il manifesto 31.1.18
Irlanda, a primavera il referendum sull’aborto
Ottavo
emendamento. Agli elettori sarà chiesto se intendono cambiare la
costituzione per permettere che sia il parlamento a legiferare
sull’interruzione di gravidanza. Il governo si è impegnato a proporre
una legislazione che segua le raccomandazioni emesse dalla commissione
di Vincenzo Maccarrone
DUBLINO
Il premier irlandese Leo Varadkar ha annunciato martedì notte che
questa primavera si terrà finalmente un referendum sull’aborto. Ad oggi
la Repubblica d’Irlanda è uno dei pochissimi paesi europei dove l’aborto
non sia legale, se si escludono le situazioni in cui la madre sia in
pericolo di vita. Colpa dell’ottavo emendamento della costituzione che,
equiparando la vita della madre a quella del feto, rende l’aborto
pressoché impossibile, perfino in caso di stupro. La legislazione
vigente costringe ogni anno migliaia di donne a utilizzare senza alcuna
assistenza medica la pillola abortiva acquistata illegalmente su
internet. L’alternativa più sicura ma anche più costosa è recarsi a
proprie spese in Inghilterra o Galles, dove l’interruzione di gravidanza
è legale.
Agli elettori sarà dunque chiesto se intendono cambiare
la costituzione per permettere che sia il parlamento a legiferare
sull’interruzione di gravidanza. Se il referendum dovesse passare, il
governo si è impegnato a proporre una legislazione che segua le
raccomandazioni emesse dalla commissione parlamentare sull’ottavo
emendamento, che prevedono il diritto per la madre ad abortire
legalmente fino a 12 settimane dal concepimento. Passate le 12
settimane, l’aborto sarebbe consentito solo in circostanze eccezionali,
ad esempio in caso di rischio per la salute della madre.
È una
prima e importante vittoria per la coalizione di movimenti per i diritti
civili, associazioni e gruppi femministi che da anni animano la
campagna Repeal the 8th, chiedendo di convocare un referendum abrogativo
dell’ottavo emendamento. Le imponenti manifestazioni convocate
regolarmente e lo sciopero sociale promosso lo scorso 8 marzo sembrano
dunque avere sortito il loro effetto. Furibondi i gruppi anti-abortisti,
che si preparano dare battaglia contro l’abrogazione.
Il vento
sembra decisamente cambiato rispetto al referendum confermativo del
1983, che aveva visto l’ottavo emendamento approvato dal 67% degli
elettori. Sia il primo ministro Varadkar sia Micheál Martin, il leader
del principale partito di opposizione, si sono espressi a favore del
diritto all’aborto fino a 12 settimane dal concepimento. Il traguardo
adesso per le donne d’Irlanda sembra davvero più vicino.