il manifesto 31.1.18
La metà degli italiani crede alla propaganda razzista sui migranti
30° rapporto Eurispes: più del 50% ne sovrastima la presenza. Ritratto di un paese dove i penultimi fanno la guerra agli ultimi
di Roberto Ciccarelli
Smontare
le fake news che alimentano la propaganda contro i migranti e per il
rafforzamento delle politiche securitarie. Per di più in campagna
elettorale dove le destre razziste e liberiste sono lanciatissime.
Succede nel trentesimo rapporto Euripses, pubblicato ieri da cui risulta
che più della metà del campione interpellato «sovrastima» la presenza
di immigrati nel nostro Paese.
PARTIAMO DAI DATI conosciuti. Gli
stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni, pari all’inizio del
2017 all’8,3% della popolazione residente. Se agli stranieri regolari si
sommano quelli che la legge «Bossi Fini» definisce «clandestini (tra le
500-800 mila unità) si arriva al massimo al 10% sulla popolazione.
Ancor prima delle politiche, discutibilissime di Minniti, secondo
l’Istat le immigrazioni si sono ridotte del 43% Negli ultimi dieci anni,
passando da 527mila nel 2007 a 301mila nel 2016. La percezione di
questa realtà è completamente diversa grazie al ruolo propagandistico a
favore del neo-razzismo di molti media e delle conseguenti decisioni
della politica «democratica» che cerca di inseguire il panico mediatico
con strumenti che, invece di calmarlo, lo consolidano. Risultato: pur in
presenza di dati inequivocabili, il sistema mediatico e quello politico
cancellanola realtà della situazione.
ECCO I RISULTATI. Per il
35% degli interpellati dall’Eurispes sarebbe presente sul territorio
nazionale una quota di stranieri pari al 16% della popolazione totale.
Per il 25,4% degli interpellati un residente su quattro in Italia
sarebbe non italiano. La realtà è, invece, un’altra. L’incidenza di
stranieri sulla popolazione è, come detto, all’incirca del 10%. Il
problema è che lo sa solo il 28,9% degli interpellati. Va un po’ meglio
il dato sulla conoscenza di quanti cittadini stranieri di religione
musulmana sono presenti nel nostro paese: il 31,2% è consapevole che si
tratta di una quota minima: allo stato è il 3%. In tutti gli altri casi
(68,7%) gli interpellati rivelano una percezione distorta di una
presenza in fondo molto minoritaria. Per non parlare della presenza in
Italia di immigrati di origine africana. Stando alla rilevazione risulta
che solo il 15,4% degli italiani è consapevole del fatto che la loro
presenza è esigua rispetto alla popolazione residente (l’1,7%). Non si
conosce esattamente nemmeno da quale nazione africana provengano queste
donne e uomini. Per il 27,4% degli interpellati arrivano dall’«Africa
del Nord». In realtà, le statistiche riportano un dato del tutto
diverso: i cittadini arrivati da questa zona sono meno della metà: solo
il 12,9% degli stranieri in Italia.
QUESTI DATI sono già emersi
nel lavoro della commissione «Jo Cox», istituita alla Camera, e sono
stati citati nel quindicesimo «Rapporto Diritti globali 2017», curato da
Sergio Segio. Qui si è appreso che l’Italia è il paese con il più alto
tasso di ignoranza sullo stato dell’immigrazione. La maggioranza pensa
che gli immigrati siano il 30% della popolazione, anziché l’8%, e che i
musulmani siano il 20%, mentre sono solo il 3%. Sui richiedenti asilo la
situazione è la seguente: nel 2016 sono stati registrati in Italia
123.600 richiedenti asilo. Nel 60% dei casi la loro richiesta è stata
respinta. In Germania sono stati 722.300, il 60% del totale all’interno
dell’Ue. Alla faccia dell’invasione.
QUESTO SENSO COMUNE è
alimentato dal «razzismo istituzionale e democratico», che ha
gradatamente permeato la società italiana impedendo – anche a causa
della gestione politica timorosa del Pd e del governo Gentiloni,
l’approvazione di una misura molto condizionata di «ius soli». Secondo
l’Eurispes solo il 17,7% degli interpellati conosce i contenuti della
proposta. E solo il 17,7% la associa non solo alla nascita, ma anche
alla frequentazione della scuola italiana. In realtà la prima proposta
risale al 1992 e prevedeva che chiunque nasca in uno Stato ne ottenga
automaticamente la cittadinanza.
DAL RAPPORTO EURISPES emerge, in
generale, il ritratto di un paese deluso e confuso,tradito da un
«sistema» che non riesce più a garantire crescita,stabilità, sicurezza
economica e prospettive per il futuro. In questo paese quattro persone
su 10 arrivano a fine mese usando i risparmi e solo il 30,5% riesce a
far quadrare i conti. Il 18,7% riesce a risparmiare, mentre il 29,4% ha
difficoltà a pagare le utenze. Inoltre, il 23,2% ha difficoltà ad
affrontare spese mediche, il 25,4% a sostenere il mutuo e il 38% a
pagare l’affitto.
È IL RITRATTO di un paese dove i penultimi
odiano gli ultimi e il «sistema» contrappone poveri a disperati, giovani
a genitori, attivi a pensionati.