il manifesto 25.1.18
Gorizia, polemica sulla XMas. I reduci accolti in municipio
Il
caso. Inni fascisti cantati in aula mentre Casa Pound manifestava
fuori. La protesta di 150 antifascisti contro il leghista Ceretta e
Gentile e Ferrari (Forza Italia). Anna Di Gianantonio (Anpi) racconta la
storia di una città medaglia d’oro per la Resistenza
di Ivan Grozny Compasso
Dopo
essere passato agli onori delle cronache per il saluto fascista con cui
risponde all’appello in ogni consiglio comunale di Gorizia, Fabio
Gentile torna a far parlare di sé per le sue sempre più evidenti
nostalgiche simpatie. Se il saluto romano può essere un solido indizio,
sentirlo cantare l’inno della X Mas fuga ogni dubbio.
«QUEST’ANNO i
reduci della X Mas non solo hanno deposto i fiori alla solita lapide,
ma sono stati accolti in una sala del comune dove i consiglieri di Forza
Italia Fabio Gentile e Serenella Ferrari, insieme al vice sindaco
Stefano Ceretta della Lega, hanno fatto entrare i reduci con tanto di
bandiere della repubblica sociale. Fuori c’era anche Casa Pound. È stato
lo stesso consigliere Gentile, presentatosi con un vecchio stereo
portatile, che ha fatto partire l’inno della X Mas. Lo ha cantato tutto,
si vede che il testo lo conosce bene».
È ANNA Di Gianantonio,
presidente Anpi di Gorizia, a raccontare di quanto accaduto nella
mattinata di sabato 20 gennaio. «Questa – prosegue – è una città
medaglia d’oro per la Resistenza. Qui durante il ventennio fascista
prima si è colpita la folta comunità slovena, poi c’è stata la
deportazione degli ebrei. È qui che si sono messe le basi per le leggi
razziali». Il sindaco Ziberna, quello che ha fatto chiudere la galleria
Bombi dove si riparavano i migranti, ha delegato Ceretta ma non si è
espresso sull’argomento. «Tutti i morti sono uguali», ha dichiarato il
vice sindaco a chi gli faceva notare la scelta inopportuna. Erano almeno
150 gli antifascisti che erano fuori dal Municipio a protestare contro
la commemorazione.
C’ERANO tutte le forze del centro sinistra, in
piazza. Pochi invece quelli di Casa Pound, che aveva invece annunciato
una presenza numerosa. Gorizia, la medaglia d’oro per la resistenza, se
l’è davvero guadagnata. Dal ’42 nel carcere vicino al comune furono
prima rinchiusi centinaia di antifascisti che poi venivano uccisi nel
castello.
MA QUI, nel settembre del ’43, si è pure svolta la prima
battaglia partigiana, quando, per impedire la discesa dei tedeschi, un
migliaio di operai ha combattuto fianco a fianco dei partigiani
jugoslavi, cercando di impedire l’ineluttabile avanzata dei nazisti. Da
un paio di anni a ricordarlo c’è una lapide in stazione. A Udine,
anch’essa città insignita della medaglia d’oro, una mozione sottoscritta
da associazioni e partiti del centro sinistra è stata presentata in
aula del consiglio comunale e approvata all’unanimità.
IMPEDISCE
di concedere spazi a organizzazioni e forze politiche che si richiamano
al fascismo. Anche a Gorizia sarà presentato un provvedimento di questo
tipo, il prossimo 5 febbraio, in consiglio. Chi sostiene che la X Mas ha
combattuto per l’italianità dice una enorme bugia, perché questo
territorio faceva parte della Adriatisches Küstenland e quindi era
annesso al Terzo Reich tedesco. Occupato militarmente dai nazisti.
Questi, quelli della X Mas intendo, hanno combattuto per loro. Se per
ipotesi avessero vinto, oggi non saremmo certo Italia. Bisogna
ricordarlo sia a loro che ai nostri politici che si prestano a questo
tipo di operazioni.
LA X MAS era di fatto una forza
collaborazionista. Da che mondo è mondo questo tipo di figure, i
collaborazionisti, sono soliti prestarsi per le operazioni più sporche.
Il patto del 15 settembre li porta a gestire il carcere di Palmanova,
dove erano loro a praticare le torture. Venivano inoltre utilizzati
contro i partigiani. Queste bande nere erano odiate dalla gente, tanto
che a un certo punto furono mandati via. Gentile e la Ferrari fanno
parte di Forza Italia, un partito che dovrebbe stare nell’arco
costituzionale, che quindi dovrebbe smarcarsi da questo tipo di
manifestazioni e di figure. Invece ci vanno a braccetto», conclude la Di
Gianantonio.