martedì 23 gennaio 2018

il manifesto 23.1.18
Raggi: via dai nomi delle strade gli scienziati razzisti
Roma. A 80 anni dalle leggi razziali, la sindaca annuncia la decisione di cambiare la toponomastica cittadina. Ancora quattro vie della Capitale dedicate a firmatari del manifesto della razza. La comunità ebraica: bene, si ricordino i professori che furono cacciati dalle Università
di Domenico Cirillo


Il «Manifesto degli scienziati razzisti», pubblicato sul primo numero della rivista «La difesa della razza» il 5 agosto 1938, fornì il presupposto teorico, per dir così, alle leggi razziali volute dal fascismo e firmate da Vittorio Emanuele III a partire dal settembre di quello stesso anno. A ottant’anni di distanza dai quei misfatti, il comune di Roma ha deciso di cambiare la denominazione alle strade che ancora sono dedicate ad alcuni dei firmatari del «manifesto». Lo ha annunciato la sindaca Virginia Raggi, intervistata per il documentario «1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani» del giornalista Pietro Suber.
La notizia, anticipata ieri dal quotidiano La Stampa, è stata accolta con soddisfazione dalla comunità ebraica romana. «È un segnale importante dell’amministrazione cittadina che vuole indicare un impegno concreto nella riflessione sulle cause e le responsabilità delle leggi razziali in Italia», ha detto la presidente della comunità Ruth Dureghello. «A volte alcuni simboli è bene che rimangano dove sono per ricordarci ciò che la storia ha prodotto», ha aggiunto. Avanzando una proposta: «Ma è giusto per le nuove generazioni che le vie in cui camminano siano dedicate non a chi aderì, senza mai dissociarsene, a un’ideologia razzista, ma invece ai professori universitari che persero il proprio posto per essersi opposti a quell’infamia». Questi ultimi furono un centinaio in tutta Italia, molti di più considerando anche i professori non di ruolo tra i quali Bruno Pontecorvo costretto a emigrare negli Stati uniti per sfuggire al nazifascismo (all’eminente fisico è già dedicata una strada della Capitale).
Già questa settimana si riunirà sul tema la commissione toponomastica del comune di Roma, l’intenzione dell’amministrazione 5 Stelle è quella di riuscire a completare l’iter burocratico per il cambio di denominazione entro l’anno. Sono quattro le strade il cui nome andrà cambiato: via Edoardo Zavattari, nella periferia sud della città, dedicata all’ex direttore dell’istituto di zoologia della Capitale. Via e largo Arturo Donaggio, in zona Trionfale, dedicate all’ex presidente della società italiana di Psichiatria. E largo Nicola Pende, endocrinologo che fu candidato al premio Nobel, al quale è stato dedicato un viale interno del policlinico universitario, con tanto di cerimonia la scorsa primavera con governatore del Lazio e rettore della Sapienza.
«Roma è una città orgogliosamente antifascista – ha detto Virginia Raggi, intervistata per il documentario di Suber – dobbiamo cancellare queste cicatrici che rappresentano una vergogna per il nostro paese».