il manifesto 16.1.17
Putin: il Mausoleo resta, «Lenin è come un santo»
Russia.
«Comunismo come cristianesimo», dice il presidente. E per i sondaggi il
fondatore dell'Urss è ancora il personaggio più popolare
di Yurii Colombo
MOSCA
Vladimir Putin in un’intervista concessa per il documentario “Valaam”,
andato in onda domenica sera su Rossia1, ha messo una pietra tombale – e
metafora non potrebbe essere più calzante – al dibattito sulla
rimozione del mausoleo di Lenin. Il mausoleo resta lì e ci resterà,
almeno fino a quando ci sarà Putin.
Secondo l’inquilino del
Cremlino «Lenin è stato messo in un mausoleo. In cosa ciò è diverso
dalle reliquie dei santi per gli ortodossi e in generale per i
cristiani? Quando mi dicono che nel cristianesimo non c’è una tradizione
simile, non capisco. Guardate il monastero del monte Athos dove sono
conservate le reliquie dei santi, anche da noi sono conservate le
reliquie dei santi».
La venerazione dei comunisti per il «Capo»
sorsero in certe condizioni storiche. «Forse dirò qualcosa ora che a
qualcuno non piacerà – ha detto Putin – ma dirò quello che penso. In
primo luogo, la fede, ci ha sempre accompagnato. Si rafforzò tra la
gente quando nel nostro paese la vita era particolarmente dura… quando i
sacerdoti venivano uccisi, quando le chiese venivano distrutte, ma al
contempo venne creandosi una nuova religione», quella comunista.
Vladimir
Putin non ha evitato di affrontare il tema più scottante, quello del
confronto tra comunismo e cristianesimo. Secondo il presidente russo
«l’ideologia comunista è sulla carta molto simile al cristianesimo,
infatti valori come la libertà, l’uguaglianza, la fraternità e la
giustizia si ritrovano nelle Scritture. Il codice del comunismo? È una
sublimazione, si tratta di una sintesi di quanto scritto nella Bibbia,
non è stato inventato nulla di nuovo».
Parole che hanno provocato,
inevitabilmente, molte reazioni. Il partito comunista russo di Zyuganov
ha plaudito all’intervista. Il vice presidente del comitato centrale
del Pc, Ivan Melnikov, ha sostenuto che «le parole del presidente sono
molto corrette e argomentate al fine di smussare gli spigoli più duri
sulla questione del mausoleo. A questo proposito, la valutazione di
queste tesi non può che essere positiva».
Putin si è avventurato
in un tema ancora così divisivo in Russia, non certo per ingraziarsi i
comunisti. I sondaggi di Pavel Grudinin, stagnano dopo la scoperta che
il candidato comunista alla presidenza possiede 5 conti bancari
all’estero.
Putin, ha invece sostenuto queste tesi – secondo gli
analisti – da «statista super partes», per continuare quel percorso di
«riappacificazione» tra russi al di là della storia sovietica. E
sicuramente deve aver buttato l’occhio sui sondaggi secondo cui «Lenin
resterebbe il personaggio storico più popolare in Russia», ma non già
più come capo rivoluzionario, ma come “Dyadya Lenin” (nonno Lenin),
fondatore della moderna Russia. E non solo: la maggioranza dei russi
considererebbe ancora oggi «l’uguaglianza», il valore più importante da
preservare.
Giudizio negativo invece dalla candidata liberale
Xenia Sobchak, la quale ha sostenuto che «a Lenin dovrebbe essere data
degna sepoltura vicino ai suoi cari» ricordando che il «70% dei russi è
favorevole a tale soluzione»; ma anche dal presidente della Cecenia
Razman Kadyrov, il quale non ha mai nascosto il suo viscerale
anticomunismo.
Il mausoleo venne eretto nel 1924 sulla piazza
Rossa ai piedi del Cremlino e contiene la salma imbalsamata del
fondatore dell’Urss. Come è noto la moglie di Lenin, Nadezda Krupskaya e
alcuni dirigenti bolscevichi allora si dichiararono contrari al
mausoleo fortemente voluto invece da Stalin.
Tuttavia, dopo il
crollo dell’Unione sovietica, il dibattito sul mausoleo ha assunto
tutt’altro significato politico, unificando tutta la sinistra nella sua
difesa.