martedì 23 gennaio 2018

Corriere 23.1.18
Allarme pseudo-scienza un attentato alla ragione
di Carlo Rovelli


La Rai è servizio pubblico. Ha avuto momenti gloriosi e ha prodotto programmi di grande valore. Ha contribuito in maniera significativa alla crescita culturale italiana. La radio italiana è fra le migliori del mondo; alcuni dicono la migliore, io sono fra questi. Nonostante giuste critiche che spesso riceve, sudditanze politiche e quant’altro, sono orgoglioso della Rai. Anche nei momenti peggiori, quando il gusto è stato dubbio, ha mantenuto il livello di ragionevolezza e affidabilità che è la ragione di esistere per un grande servizio pubblico, pagato dalle tasse di ciascuno di noi.
Per questo il Paese non può tollerare che si infiltrino nei programmi Rai assurdità pseudo-scientifiche spacciate per scienza. Anche se trasmesse in piena notte. Allarmato dalla mail di una lettrice, ho guardato il replay del programma Incontri con l’inspiegabile: Adamo ed Eva , e non posso che riportare qui le parole della lettrice: «Non avrei mai pensato di vedere su un canale Rai un programma del genere, all’insegna del più sciocco e bieco creazionismo. Un susseguirsi di squallidi personaggi presentati come scienziati che mettono in dubbio l’evoluzione con affermazioni tipo: «L’uomo di Neanderthal è lo scheletro di un vecchio deformato dall’artrite», o: «Di recente la scienza ha dimostrato che Eva è vissuta 6.000 anni fa» e amenità del genere. Tutto presentato in veste scientifica. Nel «"documentario": La Guerra dei Sei giorni è stata un miracolo? si dice che questa guerra è stata annunciata nella Bibbia e la vittoria di Israele prevista in antichi testi…!» L’intero mondo della cultura reagisca unanime contro queste stupidaggini. E a me sembra che ancora più ne sia offesa e non possa non reagire la Chiesa Cattolica, che non cade certo in queste baggianate vergognose che umiliano la serietà e la profondità della religione.
Chiedo alla Rai di smettere di trasmettere queste cose, e scusarsi. Sono trasmissioni comperate all’estero, presentate come «documentari». Che tristezza: l’Italia è stata all’avanguardia nella produzione di documentari bellissimi. Nel mondo se ne producono di splendidi: National Geographic ne ha da sempre di emozionanti sulla natura; la Bbc ne ha di ottimi da sempre; Al Jazeera sta producendo documentari di grande qualità giornalistica sull’attualità internazionale. Non abbiamo bisogno di importare l’immondizia americana; importiamo dall’America piuttosto i veri splendidi documentari scientifici, dalla recente serie «Nova» al super classico «Cosmos». Stiamo lontano da misteri misteriosi, occultismi e pseudo-scienza venduta per scienza, che sono un insulto agli spettatori.
Non è la prima volta che la Rai scivola verso occultismi e pseudo-scienza, giocando sul tentativo di catturare gli spettatori con il fascino dell’ignoto e del misterioso, perfino in prima serata. La Natura è già di per sé piena di ignoto, misteri e meraviglia, senza bisogno di inventarcene di nuovi e scemi. Ci sono innumerevoli cose che ancora non sappiamo su come fa un fiore a sbocciare, e alzando gli occhi al cielo continuiamo a trovare meraviglie e domande irrisolte, stelle che vediamo sprofondare in buchi neri e non sappiamo dove vanno a finire… Non equivochiamo fra la bellezza del riconoscere che ci sono mille cose che ancora non sappiamo e le peggiori stupidaggini: non c’è bisogno di inventare misteri fasulli. Se raccontiamo fantasie, raccontiamole come fantasie: ci siamo emozionati in molti per i draghi del Trono di Spade , senza bisogno di spacciarli per reali.
Non dobbiamo cadere nell’equivoco che apertura mentale, apertura alla critica, pluralità di opinioni, tolleranza, democrazia, significhino dare la possibilità a imbroglioni o sprovveduti di servirsi dei grandi canali di amplificazione offerti dal servizio pubblico e acquisirne l’implicita autorevolezza. Se qualcuno predica che l’eroina fa bene ai bambini, non lo facciamo parlare alla televisione nazionale in nome del pluralismo. Spacciare per scientifico quello che è universalmente deplorato dal modo scientifico non è apertura critica: è disonestà intellettuale, devastante per la cultura del Paese.
La messa in discussione della più elementare ragionevolezza dilaga oggi nel mondo attraverso la rete: le voci più assurde sono prese per buone dalle persone con meno difese culturali, e vari interessi speculano su questo, sia nella politica nazionale che internazionale. Per favore, facciamo che il sevizio publico rimanga immune da queste bestialità. L’ultima cosa che la Rai deve fare è contribuire a questo imbarbarimento. Non si tratta di presentare pareri diversi. Si tratta di resistere alla forza rovinosa della stupidità. Con tutti i suoi difetti, la forza dell’Italia è quella di essere un Paese che rispetto a tanti altri Paesi è fondamentalmente colto e generalmente ragionevole, anche nei momenti di dibattito più aspro. Non distruggiamo questa forza. La televisione ha un ruolo importante nel dare forma all’immaginario di un Paese e delinearne la cultura condivisa. Infezioni come queste trasmissioni che equivocano fra scienza e occulte baggianate sono pericolose per il Paese. Spero che la Rai, di cui ho fiducia, ascolti.