Corriere 23.1.18
Schnitzler, Klimt, Loos Così Sigmund irruppe nel biennio della svolta
di Claudia Provvedini
Lo
spostamento della data di uscita dell’«Interpretazione dei sogni» dal
1899 al 1900 fu un desiderio del suo autore, Sigmund Freud. Quella, per
così dire, rimozione era però in lui tutt’altro che inconscia: volle che
il suo nome aprisse il ‘900. «È impressionante la consapevolezza che
Freud aveva del valore epocale di quel libro», rileva Mara Fazio,
docente di Teatro e Spettacolo moderno e contemporaneo alla Sapienza di
Roma, che con «La Vienna di Freud» ha aperto gli incontri attorno alla
nuova produzione del Piccolo Teatro. «E in quel punto di svolta tra i
due secoli, si addensarono ingegni e opere tali da rendere la capitale
dell’impero austro-ungarico rivale di Parigi e Londra. Non mi pare si
possa dire altrettanto dell’Europa nel passaggio tra XX e XXI secolo, se
non per la tecnologia». Fu a Vienna, il ‘99-00 un prodigioso biennio.
«Nello stesso anno scelto da Freud, il 1900, un altro ebreo viennese,
Schnitzler, che aveva studiato alla Scuola di medicina ed era stato
medico prima che scrittore, nel racconto I l Sottotenente Gustl
introduce nella letteratura di lingua tedesca il monologo interiore, poi
ripreso nella Signorina Else , ragazza nevrotica e forse isterica». Tra
i due ci fu rivalità? «Piuttosto si trattò di sintonia intellettuale e
condivisione di uno stesso clima culturale che stimolava la curiosità
scientifica nei confronti della mente e delle emozioni. L’anno 1900 vide
anche completate da Otto Wagner le stazioni ferroviarie». Quelle che i
viennesi, non amandole per la struttura nuda, chiamavano «le gabbiette».
«E un altro architetto, Adolf Loos, scrisse Ins Leere gesprochen ,
Parole nel vuoto, in cui attaccava la Neue Secession, corrispettivo
dell’Art Nouveau». Se invece Freud avesse lasciato come data il 1899…
«Si sarebbe trovato a condividerla con il quadro Nuda Veritas di Klimt,
nudo femminile con chioma rossa trapunta di margherite. E con la IV
Sinfonia in Sol maggiore di Mahler che a Vienna aveva appena diretto la
II. E ancora con Verklaerte Nacht , Notte trasfigurata di Arnold». In
quell’anno però si manifestarono anche attacchi alla psicoanalisi.
«Quelli di Karl Kraus sulla sua rivista satirica Die Facke l». E già nel
1901, contro la «grande scienza dei segni» si rivoltò Hofmannsthal:
nella «Lettera di Lord Chandos» dubita della possibilità della parola di
trascrivere il preverbale, oggetto del lavoro analitico. Forse il
desiderio di Freud di scegliere l’anno 1900 scaturì da un sogno
premonitore .