Corriere 16.1.18
Guerre Andrea Santangelo passa in rassegna
(Longanesi) i numerosi episodi bellici che hanno interessato la nostra
penisola nel corso dei secoli
L’apocalisse su Montecassino, non una ma tre volte
di Lorenzo Cremonesi
Contro
il falso mito degli «italiani brava gente» e a contrastare le
dimenticanze nazionali rispetto alla millenaria tradizione bellica della
penisola, arriva in libreria un più che godibile lavoro di «rinfresco»
delle nostre memorie collettive. «Da un recente sondaggio condotto tra
gli italiani in età compresa tra i 15 e 19 anni, risulta che solo poco
più del 20 per cento degli interpellati è a conoscenza delle distruzioni
subite dal nostro Paese nel corso della Seconda guerra mondiale»,
osserva Andrea Santangelo nell’incipit del suo libro L’Italia va in
guerra (Longanesi) .
Il dato è perlomeno curioso, visto che siamo
letteralmente assediati da modi di pensare, di dire, da film, libri,
immagini in rete e sui social media, che direttamente o indirettamente
si riferiscono all’universo della guerra e alla violenza che lo
caratterizza. Strano no? Parliamo continuamente di guerra a proposito e
non (vedi per esempio espressioni tipo «guerra tra i sessi», «guerra al
terrorismo», «guerra di religione», «guerra commerciale», «guerra
all’olio di palma»), ma in verità non la conosciamo, pochi ormai possono
dire di averla vissuta sulla propria pelle.
La spiegazione del
resto è evidente: dal 1945 (il tempo di almeno due generazioni) il
nostro Paese e gran parte dell’Europa occidentale non sono investiti da
un conflitto rilevante. Una situazione rara di pace permanente, che ha
fatto dimenticare quanto sino a un passato molto recente la guerra fosse
invece una realtà quotidiana, pericolosa per larga parte delle
popolazioni.
Osserva Santangelo: «Da quando esistono le fonti
scritte, cioè più o meno 5.500 anni, sono state calcolate circa 14.700
guerre». E di queste tante hanno devastato l’Italia, che ha così visto
impresse nel suo territorio le tracce indelebili di una lunghissima
tradizione bellica. Solo per fare un esempio: l’abbazia di Montecassino
fu distrutta tra il 577 e il 589 dai Longobardi, tre secoli dopo dai
Saraceni e nel 1944 dagli Alleati. Ma è sin dall’Età del ferro, nel 1200
avanti Cristo, che le prime città fortificate marchiano per sempre la
geografia italiana. Mille anni dopo, Roma insegna al mondo a fare la
guerra. Le sue legioni sono invincibili per secoli. Agli inizi del
Rinascimento saranno gli architetti italiani a esportare le tecniche di
difesa contro le nuove armi da fuoco.
La storia dei conflitti si
dipana di epoca in epoca, sino a diventare un avvertimento: la pace è
un’eccezione, occorre saper prevedere le guerre del futuro.