Repubblica 1.12.17
Migranti
L’Europa scrive il nuovo piano per i campi nascosti in Libia
Per Bruxelles sono 42, ma non si sa dove siano Sarà la prima spesa del fondo per l’Africa “Servono più soldi”
di Alberto D’Argenio
BRUXELLESSarà
un lavoro titanico svuotare i campi di detenzione in Libia. Sono le
cifre a dirlo. Secondo l’Unione africana i migranti detenuti ( « in
condizioni disumane » ) sono tra i 400 e i 700mila. A Bruxelles sono
consapevoli della sfida e lo staff dell’Alto rappresentante Federica
Mogherini lavora a tempo pieno per predisporre il piano che l’Europa ha
concordato al vertice di Abidjan con partner africani e Onu. Sono almeno
42 i campi sparsi sul territorio libico, di molti di questi non si sa
nulla, nemmeno la posizione precisa. Tanto che l’Organizzazione mondiale
dei migranti, insieme agli esperti Ue, si sta attrezzando per andare a
cercarli.
Si partirà evacuando 15mila persone entro febbraio. Sono
i detenuti dei campi ufficiali nella zona di Tripoli. I soli dei quali
c’è conoscenza certa. Per farlo serviranno 60- 80 milioni. Una prima
fase del piano di per sé complessa considerando che l’Europa ha
rimpatriato dalla Libia 13mila migranti da gennaio a oggi. Ora una cifra
superiore andrà rimandata nel proprio paese, reintegrata (anche con un
lavoro) entro tre mesi. Certo, dopo il video della Cnn sui lager libici i
governi africani hanno deciso di aprire le porte alle persone di
ritorno (alcuni come il Ruanda allestiranno anche campi di transito) e
grazie all’expertise e ai soldi Ue l’obiettivo è raggiungibile. Il
denaro arriverà dal Trust Fund Africa da 2,9 miliardi varato nei mesi
scorsi ma ora Bruxelles sprona i governi a mettere più soldi: l’Italia è
il primo contributore con 92 milioni, poi la Germania con 33 ma ci sono
capitali che pur rifiutando di ospitare i richiedenti asilo e chiedendo
che i migranti vengano bloccati in Africa non hanno praticamente messo
un centesimo ( l’Ungheria di Orban: 50mila euro). Si spera in nuovi
contributi entro il summit Ue di metà dicembre.
Anche perché la
seconda parte del piano umanitario sarà ancora più complessa e costosa.
Gli europei per ora non confermano i numeri dell’Unione africana (fino a
700mila) sui migranti detenuti in Libia. Si limitano a parlare di
decine di migliaia, se non centinaia, di persone da trovare e salvare. I
campi andranno cercati — anche in zone poco sicure — e svuotati uno ad
uno. I migranti verranno rimpatriati, chi avrà diritto alla protezione
internazionale potrà invece contare sul programma di ingresso in Europa
già varato da Bruxelles per 50mila persone. Intanto si proverà a
chiudere le rotte che portano alla Libia e si andrà in pressing sulle
autorità locali perché chiudano i campi cambiando la legge che prevede
la detenzione per tutti i migranti illegali, altrimenti si corre il
rischio di trovarli di nuovo pieni dopo che sono stati svuotati.
C’è
infine il piano Marhall per l’Africa: si parte con i 44 miliardi di
investimenti raccolti da Bruxelles per creare un’economia africana
capace di trattenere i giovani. Poi si punta, nel bilancio Ue post 2020,
a trovare 30- 40 miliardi che grazie ai privati lievitino a 350- 400
miliardi per rilanciare il continente nei prossimi decenni e bloccare i
flussi. Questa è la scommessa. Vitale per Africa ed Europa.