venerdì 1 dicembre 2017

Repubblica 1.12.17
Il retroscena
La “ cosa rossa”
Ambiente e diritti 12 nomi per Grasso
Domenica alla convention di Mdp, Si e Possibile sarà sul palco con esponenti della società civile
di Giovanna Casadio

ROMA È pronto ad accettare la leadership della nuova Sinistra, ma mostrando subito che non si tratta della “Cosa rossa”.
Pietro Grasso, che la convention di domenica di Mdp-Si-Possibile di Civati designerà alla guida della neonata forza politico-elettorale, ha voluto con sé sul palco dodici personalità della società civile. Dodici “paladini” di altrettante battaglie condotte sui temi più caldi e cruciali, dal lavoro all’ambiente all’associazionismo. E quindi, dopo avere sciolto la riserva («Io ci sto») che finora il presidente del Senato ha mantenuto per non entrare in conflitto con il suo ruolo super partes, sarà la squadra di testimonial a raccontare il progetto della Sinistra di Grasso. Il presidente del Senato lancerà anche il nome (ma non il simbolo): il più gettonato continua a essere “Liberi e uguali. Con Grasso presidente”.
Se ne fanno anche altri, come “Italia progressista”, troppo però simile a Campo progressista di Pisapia, oltre a un acronimo infelice: “Ip”, come il brand di carburanti.
Polemiche su “Liberi e uguali” su cui il dem Stefano Ceccanti avanza il copyright ricordando che c’è un’associazione “Libertà Eguale” guidata da Enrico Morando vice ministro all’Economia. A presentare la convention dovrebbe essere Luca Telese e gli unici interventi politici quelli di Roberto Speranza, Nicola Fratoianni e Pippo Civati. I leader storici da Pierluigi Bersani a Guglielmo Epifani, Vasco Errani, Massimo D’Alema saranno in platea ad ascoltare.
Pronto anche il simbolo dell’altro pezzo di sinistra, quella di Giuliano Pisapia con il suo movimento Campo progressista.
Logo arancione e il nome di Pisapia sotto “I progressisti”.
Ormai l’accordo per l’alleanza con il Pd è vicino. Ma c’è un ultimo aut aut sullo ius soli.
Non si può ricomporre il centrosinistra, se si inaugura al Senato una competizione tra diritti e, dando il via libera subito al biotestamento, si rinuncia allo Ius soli.
Va bene attribuire la priorità alla legge sul fine vita che, dice l’ex sindaco di Milano e leader di Campo progressista, usando il linguaggio da avvocato, «è per noi un punto scriminante». Ma precisa: «Bisogna fare tutto il possibile, e anche l’impossibile, perché lo Ius soli legge che renderebbe l’Italia più democratica, sia approvata entro la fine della legislatura». Altri incontri ci sono stati ieri tra Campo progressista e Piero Fassino, il mediatore per conto di Renzi e uno scambio di messaggi con il segretario dem. Chiarisce Massimiliano Smeriglio: «Sullo Ius soli il Pd deve metterci la faccia. Non per noi ma per quegli 800 mila bambini italiani di fatto e non di diritto. Ci vuole coraggio per battere la barbarie».
Ed è una partita doppia per Pisapia, anche interna al movimento. Laura Boldrini ne fa un punto di non ritorno: «È un provvedimento necessario perché guarda all’oggi e al domani». Senza un dibattito nel paese e il voto definitivo sullo Ius soli - approvato alla Camera due anni fa e impantanatosi a Palazzo Madama – è improbabile che la presidente della Camera si schieri con Campo progressista.
Con un “no” al provvedimento sarebbe quasi certa la sua presenza nella Sinistra che correrà da sola con Grasso.
Fibrillazione nel gruppo parlamentare di Mdp, dove i “pisapiani” coabitano con i compagni demoprogressisti da separati in casa. Ieri hanno discusso la possibilità di lasciare il gruppo a Montecitorio, visto che le strade dei due pezzi di sinistra si sono divaricate. Ipotesi con molte controindicazioni, però ciascuno marcherà le proprie differenze a cominciare dal voto sulla manovra: Mdp per il no, Cp per il sì.
Pisapia: “Senza il sì allo Ius soli non c’è nessuna possibilità di allearsi con il Partito democratico”