La Stampa 1.12.17
Sei indagini da Milano a Roma sull’estrema destra italiana
Centinaia
le denunce e decine gli arresti tra i militanti di Forza Nuova e
CasaPound Manifestazione Pd a Como per il 9 dicembre dopo l’assalto al
centro pro immigrati
di Fabio Poletti Michele Sasso
I
numeri del Viminale dicono tutto. Tra il 2011 e il 2016 «ben 240 sono
stati i deferimenti all’autorità giudiziaria e 10 gli arresti nei
confronti di militanti di Forza Nuova». Molto peggio se si guarda a
CasaPound. Tra il 2011 e il 2015 «un arresto ogni 3 mesi e una denuncia
ogni 5 giorni». Non c’è procura che non si occupi dell’estrema destra
che rialza la testa, almeno 6 le inchieste aperte dalla Lombardia al
Lazio.Laura Boldrini chiede una mobilitazione civile. Il Pd lancia una
manifestazione per il 9 dicembre a Como. Matteo Renzi fa l’indignato:
«Intimidazioni e provocazioni fascistoidi vanno respinte senza se e
senza ma». Matteo Salvini è indignato di tanta indignazione: «Il
problema dell’Italia è Renzi, non il fascismo che non può tornare».
Da Mantova a Como
Ma
a guardare la mappa delle violenze e delle denunce sembra che il
neofascismo non sia mai scomparso. A Como dopo l’irruzione di martedì
sera a «Senza Frontiere» 4 aderenti a Veneto Fronte Skinheads sono stati
denunciati per violenza privata. Un episodio analogo era accaduto a
Castel Goffredo nel Mantovano lo scorso 27 giugno. Quando lo stesso
gruppo, con fumogeni e striscioni contro lo ius soli, aveva interrotto
una manifestazione in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.
L’inchiesta giudiziaria ancora in corso.
Caccia al bengalese
Nel
2016 si scopre che partivano dalla sede di Forza Nuova di via Lidia a
Roma le spedizioni punitive contro cittadini del Bangladesh: 13
militanti accusati di violenze razziali. A compiere i «Bangla Tour»
ragazzini adescati sul web. Al grido di «Camerata, azione!», i raid sono
andati avanti per un anno a Torpignattara, largo Preneste, Casilino e
Pigneto.
Heil Hitler
Le ricorrenze sono sempre molto amate
dai nostalgici di estrema destra. A Malnate vicino a Varese lo scorso 21
aprile in occasione del compleanno del Führer si erano trovati in 700
chiamati a raccolta da Dodici Raggi. Tra loro molti dei 20 sotto
processo, che nel 2008 si diedero appuntamento in una birreria di
Buguggiate per onorare il fondatore del Terzo Reich. A Milano invece si
preferisce commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana.
L’appuntamento è nel giorno dei morti al Campo X del cimitero Maggiore
con labari e saluti romani. Trenta i denunciati per apologia di
fascismo.
Nerissimi stadi
Il peggio che c’è va in onda allo
stadio con denunce ricorrenti. Il canto del Verona Hellas non lascia
dubbi: «Siamo una squadra fantastica, a forma di svastica». Secondo il
Viminale su 382 gruppi ultras 85 si dichiarano di destra e di estrema
destra. Ad ogni manifestazione scattano denunce per apologia di fascismo
o istigazione all’odio razziale, bersaglio preferito i giocatori di
colore. Ma non ci sono solo le parole. Era un naziskin l’ultras
romanista Daniele De Santis condannato a 16 anni in appello per aver
ucciso il 3 maggio del 2014 il tifoso napoletano Ciro Esposito.
Polemiche dopo la decisione del giudice: «Ucciso da una bravata». Altre
polemiche per la condanna patteggiata a solo 4 anni di carcere da Amedeo
Mancini, l’ultras di estrema destra supporter del Fermo che milita in
serie D, colpevole dell’omicidio del nigeriano Emmanuel Chimdi Namdi,
massacrato di botte nell’estate 2016 per aver cercato di difendere la
moglie che era stata insultata al grido di «scimmia africana». Una pena
esigua motivata con l’imputazione di omicidio preterintenzionale e con
la caduta dell’aggravante dei futili motivi.
Tutti assolti
Sottigliezze
giuridiche che fanno la storia dei processi italiani contro i
neofascisti. Emblematico quello iniziato a Verona contro il Veneto
Fronte Skinheads. Fin dagli albori i suoi militanti compiono atti di
violenza, intimidazioni, pestaggi e aggressioni soprattutto verso i
migranti. Nel 1994 la prima grande manifestazione degli skin italiani a
Vicenza, con svastiche e braccia alzate. All’epoca fece scalpore perché
fu regolarmente autorizzata dalla questura. In 23 finirono a processo, 7
sette in carcere per 3 settimane compreso il leader Piero Puschiavo,
per incitamento all’odio razziale. Nel 2004 l’ultimo atto del processo:
tutti assolti. Sono passati 13 anni. Siamo allo stesso punto.