Il Fatto 1.12.17
L’angelo della morte finisce all’ergastolo
Desaparecidos - Le 48 condanne ai responsabili di torture e uccisioni del regime militare
L’angelo della morte finisce all’ergastolo
di Guido Gazzoli
Mercoledì
l’Argentina ha fatto i conti ma non chiuso con il suo peggiore passato.
Sono state emesse le condanne (48 in tutto) riguardanti l’Esma – la
Scuola di Meccanica dell’Armata, durante la dittatura degli anni
Settanta, funzionò il più rinomato dei centro di tortura – tra le quali
le più risonanti sono l’ergastolo all’ex capo del gruppo di Intelligence
3.3.2 Jorge “El Tigre” Acosta, responsabile della “scuola” e l’ex
ufficiale di Marina Alfredo Astiz, l’“angelo della morte” per la
sparizione, tra l’altro, della ragazza svedese Dagmar Hagelin, uccisa
nel 1977. Astiz si infiltrò anche come spia nelle allora appena
costituite “Madri di plaza de Mayo”.
Si conclude così uno dei
capitoli più dolorosi della dittatura, quando, soprattutto per decisione
dell’Ammiraglio Massera, comandante in capo della Marina militare, si
mise all’opera un piano di sparizioni forzate che, senza nessun tipo di
processo, sentenziò l’uccisione e la sparizione di certamente almeno
9000 persone (stando alle cifre della Comision Nacional sui
Desaparecidos).
L’Esma si trasformò in un simbolo di repressione e
strage silenziose perché al suo interno non si consumarono solamente
torture e omicidi, ma anche sparizioni e affidamenti clandestini di
bambini nati in cattività e anche nel luogo dove vennero organizzati i
sinistri “voli della morte”, nei quali persone narcotizzate vennero
lanciate da aerei militari nel Rio della Plata.
Quarant’anni dopo,
seppur la società argentina non abbia mai dimenticato la tragedia, si
sta assistendo a una revisione di quegli anni che, pur senza perdono per
gli autori del massacro, punta a completare il quadro storico di un
periodo nel quale il Paese era lacerato da una profonda e tragica
divisione tra destra e sinistra del peronismo che lo stavano portando
alla guerra civile.
Nel periodo tra il 1969 e il 1975 gruppi
terroristici (Montoneros e Erp) organizzarono 12.000 attentati con
l’esplosione di 4000 bombe e l’uccisione di 1100 civili, favorendo così
il golpe militare del 24 marzo. Delitti in gran parte rimasti senza
condanne e i cui colpevoli hanno non solo goduto di amnistie ma anche
occupato incarichi governativi soprattutto durante i governi di Nestor e
Cristina Kirchner, tra il 2001 e il 2015. E anche alcune organizzazioni
dei diritti umani si sono allontanate sempre più dalla loro funzione
originale per trasformarsi in alleati del kirchnerismo e da esso
trascinate in scandali di corruzione che hanno colpito specialmente le
“Madri di plaza de Mayo” guidate da Hebe de Bonafini.
Quale sia la
posizione attuale di parte della società argentina è emerso il 1°
aprile, quando a Buenos Aires sono scese in piazza centinaia di migliaia
di persone contro la glorificazione della lotta armata terrorista della
prima metà degli anni 70.