venerdì 1 dicembre 2017

Il Fatto 1.12.17
L’angelo della morte finisce all’ergastolo
Desaparecidos - Le 48 condanne ai responsabili di torture e uccisioni del regime militare
L’angelo della morte finisce all’ergastolo
di Guido Gazzoli

Mercoledì l’Argentina ha fatto i conti ma non chiuso con il suo peggiore passato. Sono state emesse le condanne (48 in tutto) riguardanti l’Esma – la Scuola di Meccanica dell’Armata, durante la dittatura degli anni Settanta, funzionò il più rinomato dei centro di tortura – tra le quali le più risonanti sono l’ergastolo all’ex capo del gruppo di Intelligence 3.3.2 Jorge “El Tigre” Acosta, responsabile della “scuola” e l’ex ufficiale di Marina Alfredo Astiz, l’“angelo della morte” per la sparizione, tra l’altro, della ragazza svedese Dagmar Hagelin, uccisa nel 1977. Astiz si infiltrò anche come spia nelle allora appena costituite “Madri di plaza de Mayo”.
Si conclude così uno dei capitoli più dolorosi della dittatura, quando, soprattutto per decisione dell’Ammiraglio Massera, comandante in capo della Marina militare, si mise all’opera un piano di sparizioni forzate che, senza nessun tipo di processo, sentenziò l’uccisione e la sparizione di certamente almeno 9000 persone (stando alle cifre della Comision Nacional sui Desaparecidos).
L’Esma si trasformò in un simbolo di repressione e strage silenziose perché al suo interno non si consumarono solamente torture e omicidi, ma anche sparizioni e affidamenti clandestini di bambini nati in cattività e anche nel luogo dove vennero organizzati i sinistri “voli della morte”, nei quali persone narcotizzate vennero lanciate da aerei militari nel Rio della Plata.
Quarant’anni dopo, seppur la società argentina non abbia mai dimenticato la tragedia, si sta assistendo a una revisione di quegli anni che, pur senza perdono per gli autori del massacro, punta a completare il quadro storico di un periodo nel quale il Paese era lacerato da una profonda e tragica divisione tra destra e sinistra del peronismo che lo stavano portando alla guerra civile.
Nel periodo tra il 1969 e il 1975 gruppi terroristici (Montoneros e Erp) organizzarono 12.000 attentati con l’esplosione di 4000 bombe e l’uccisione di 1100 civili, favorendo così il golpe militare del 24 marzo. Delitti in gran parte rimasti senza condanne e i cui colpevoli hanno non solo goduto di amnistie ma anche occupato incarichi governativi soprattutto durante i governi di Nestor e Cristina Kirchner, tra il 2001 e il 2015. E anche alcune organizzazioni dei diritti umani si sono allontanate sempre più dalla loro funzione originale per trasformarsi in alleati del kirchnerismo e da esso trascinate in scandali di corruzione che hanno colpito specialmente le “Madri di plaza de Mayo” guidate da Hebe de Bonafini.
Quale sia la posizione attuale di parte della società argentina è emerso il 1° aprile, quando a Buenos Aires sono scese in piazza centinaia di migliaia di persone contro la glorificazione della lotta armata terrorista della prima metà degli anni 70.