Repubblica 8.11.17
A sinistra tutti d’accordo su Grasso “Sarà il nostro candidato premier”
Da Mdp a Civati si accelera su programma e nuovo partito.
Bersani: “Pietro con noi starebbe da dio”
Freddezza da Pisapia. L’ex sindaco di Milano domenica riunisce Boldrini, radicali e sindaci arancioni
di Mauro Favale
ROMA.
Il passo indietro di Matteo Renzi? «È solo il gioco delle figurine, con
lacrime di coccodrillo», secondo Roberto Speranza, coordinatore di Mdp.
E dunque, «basta tatticismi», gli fa eco Pierluigi Bersani: «La
frattura è profonda e se facessimo alleanze con questo Pd non ci
seguirebbero gli elettori». Addio coalizione (la cui costruzione in
realtà non è mai seriamente iniziata): Mdp molla gli ormeggi e naviga
verso un processo unitario che tenga insieme la galassia alla sinistra
del Pd, da Possibile di Pippo Civati a Sinistra Italiana fino al
cosiddetto movimento del Brancaccio (guidato da Tomaso Montanari e Anna
Falcone).
Un’accelerazione che arriva al termine della direzione
di Articolo 1, convocata ieri dopo il voto in Sicilia che pure non è
stato confortante per quell’area: 6,1% a Claudio Fava, un solo seggio
all’Ars. Ma i giochi che contano, adesso, sono quelli nazionali e dopo
mesi di tira e molla con Giuliano Pisapia, Mdp ha trovato il suo leader.
«Non tiro per la giacchetta nessuno ma se dipendesse da me Pietro ci
starebbe da Dio», dice Bersani. “Pietro” è Grasso, il presidente del
Senato, ex magistrato che, pur sorvolando sul suo futuro dopo l’addio al
Pd, sembra raccogliere l’assist: «Questo Paese appare stanco e deluso»,
ha detto ieri più da leader in pectore che da seconda carica dello
Stato. «L’ansia di cambiamento che esprimono uomini come Falcone e
Borsellino — ha aggiunto — oggi ci deve spingere a cambiare e migliorare
l’Italia». Il suo profilo di «ragazzo di sinistra», come ama definirsi
lui stesso, piace a Mdp («La sua presenza sarebbe fondamentale», afferma
Massimo D’Alema) e non solo: «È una buona idea», conferma Civati.
Potrebbe
toccare a Grasso, dunque, riunire e guidare la sinistra a sinistra del
Pd che, almeno a parole, attende ancora Pisapia. L’ex sindaco di Milano,
due giorni fa, ha incontrato proprio Grasso per cercare una sponda al
suo progetto di una “lista-ponte” che tenga in contatto Pd e Mdp. Un
colloquio, da questo punto di vista, poco utile alla causa di Pisapia,
con un Grasso calato già nel ruolo di leader piuttosto che in quello di
ricucitore della sinistra.
Un ruolo, quest’ultimo, a cui Pisapia
resta affezionato e che prova a portare avanti: domenica prossima sarà a
Roma con la presidente della Camera, Laura Boldrini, il segretario dei
Radicali, Riccardo Magi, un pugno di sindaci di centrosinistra e poi,
ancora pezzi di minoranza dem e lo stesso Speranza. La domenica dopo,
invece, il 19, Pisapia sarà a Bologna, con l’ex ministro prodiano Giulio
Santagata a un appuntamento messo in piedi dal braccio destro del
Professore che ha per titolo: «Le ragioni di una coalizione».
Quelle
che, invece, sembra aver perso Mdp, ormai convinta della necessità di
un processo unitario della sinistra senza più “centro”. La road map la
detta Speranza: «Dal 9 al 18 novembre ci saranno le assemblee
provinciali, il 19 quella nazionale. L’ultimo week end di novembre un
momento di partecipazione democratica dal basso». La prova del nove per
il nuovo soggetto, però, potrebbe arrivare il 2 dicembre o poco più in
là, così da evitare a Grasso imbarazzi dettati dal suo ruolo
istituzionale.
Intanto anche Sinistra italiana, negli stessi
giorni, farà la sua riflessione. Chiaro il punto di partenza: «Renzi ha
perso di vista il Paese», è convinto Nicola Fratoianni, segretario di
Si. Da oggi, per la galassia a sinistra del Pd, parte la discussione del
documento approvato ieri da Mdp: 11 cartelle per una «nuova sinistra»
aperta a civismo e associazionismo in cui si criticano Jobs Act e Buona
Scuola. La base di partenza del programma elettorale.