Repubblica 8.11.17
L’agonia dei socialisti francesi, in vendita la sede
di Anais Ginori
PARIGI.
Alle pareti ci sono ancora i manifesti elettorali, i più belli
appartengono a François Mitterrand, il famoso slogan “La force
tranquille” che portò alla vittoria nel 1981. Era stato il leader
socialista a decidere di trasferirsi nel palazzetto tardo ottocentesco a
rue Solférino, un tempo sede del ministero della Propaganda sotto
Vichy. “Prestigioso complesso in vendita” recita l’annuncio immobiliare
pubblicato in questi giorni sui principali quotidiani. Perditempo
astenersi. La sinistra francese è in saldo.
Il ciclone macroniano
sta portando via tutto, anche la sede del fu glorioso partito creato da
Jean Jaurès nel 1905. È molto più che un indirizzo nel settimo
arrondissement. Fino a pochi mesi fa bastava dire “Solfe” e tutti
pensavano alla sinistra francese, alle sue tante anime. Mitterrand
contro Rocard, Jospin contro Strauss-Kahn, Aubry contro Hollande. Quante
guerre delle rose, simbolo del partito, sono passate in questi uffici
piccoli, spesso non comunicanti, divisi da lunghi corridoi. «Non ha mai
aiutato il lavoro di squadra» ricorda Valerio Motta, già responsabile
dell’ufficio stampa e della strategia web. Motta, 35 anni, di padre
italiano, conserva l’immagine di alcuni momenti forti. La folla venuta a
rendere omaggio a Mitterrand nel decennale della morte. Il discorso di
Ségolène Royal la sera della sconfitta contro Sarkozy.
Adesso le
stanze sono deserte, i telefoni squillano a vuoto. Le guardie
all’ingresso mandano via i curiosi. Il partito socialista è messo
talmente male che mancano persino candidati alla nuova leadership. Il
riformista Manuel Valls è passato con Macron. Il radicale Benoit Hamon
ha fondato il suo movimento. In attesa del congresso che si terrà tra
febbraio e marzo, la guida è affidata a un comitato non proprio
ristretto: ben 28 membri che devono occuparsi di problemi
amministrativi. Vendere la sede, trovarne una nuova, probabilmente in
banlieue, mandare via oltre metà del personale. «Sono senza fissa
dimora» scherza l’ex segretario Jean-Christophe Cambadélis dandoci
appuntamento in un bar per raccontare la “sofferta” decisione di vendere
“Solfe”. Il risveglio dopo la sconfitta di primavera è stato brutale.
«Non c’era altra soluzione, dopo il taglio del finanziamento pubblico le
banche rifiutavano di prestarci i soldi» spiega Cambadélis che tenta di
sdrammatizzare. «Il partito è scomparso a livello nazionale ma siamo
ancora presenti sul territorio. Governiamo in mille medie e grandi
città. Il partito di Macron è presente solo in dieci».
In questi
giorni ai militanti rimasti fedeli viene chiesto di rispondere a un
questionario su cosa significa essere di sinistra. È una delle tante
iniziative per “rifondare” il partito. Si parla anche di un cambio di
nome. Il ristretto gruppo parlamentare non si chiama già più socialista
ma “Nouvelle Gauche”. Qualcuno ipotizza un ritorno di Hollande per
tentare di salvare la creatura morente che ha contribuito a uccidere. Le
visite a rue Solférino per fare le offerte si sono concluse ieri. Nei
prossimi giorni si dovrebbe conoscere il nuovo proprietario dei muri.