Repubblica 6.11.17
Migranti "Quelle 26 donne morte la prova del fallimento di Minniti e dell'Europa"
Salvare le vite dalla diplomazia
di Roberto Saviano
I26
CADAVERI di donne che sono arrivati ieri a Salerno sulla nave militare
spagnola Cantabria carica di migranti dimostrano che la strategia del
governo per il controllo dell’immigrazione non funziona. Questi 26 corpi
si aggiungono alle 8 salme arrivate due giorni fa nel porto di Reggio
Calabria (tra di loro, 5 erano donne) insieme a un altro sbarco di
migranti. Nel giro di due giorni, quindi, sono arrivate in Italia 31
donne morte mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo per
raggiungere l’Europa.
I blocchi del ministro Minniti non solo
hanno significato per l’Italia un accordo con la Guardia costiera libica
(tra i cui capi vi sono trafficanti secondo la denuncia delle Nazioni
Unite), ma non hanno fermato nemmeno gli sbarchi.
BASTA
ripercorrere a ritroso le ultime ore per rendersene conto. Ieri è
sbarcata a Salerno una nave con 375 migranti (259 maschi, anche bambini,
e 116 donne, di cui 9 in avanzato stato di gravidanza) oltre a 26
cadaveri di donne di nazionalità presumibilmente nigeriana, morte
durante la traversata su un gommone, tra violenze e abusi, vittime due
volte perché più deboli degli uomini.
Due giorni fa a Reggio
Calabria è sbarcata una nave della Guardia costiera con a bordo 764
migranti (555 uomini, 97 donne, 112 minori) e 8 cadaveri (5 donne e 3
uomini). I migranti provengono da Pakistan, Somalia, Eritrea, Nigeria,
Sudan, Libia, Bangladesh, Ciad, Guinea, Algeria, Egitto, Mali, Costa
d’Avorio, Nepal, Marocco, Ghana, Camerun, Kenya, Niger, Senegal, Sierra
Leone, Etiopia, Sri Lanka, Yemen, Siria, Giordania e Libano.
Venerdì
3 novembre la nave Aquarius di Msf ha scaricato a Vibo Marina quasi 600
migranti provenienti da Africa sub-sahariana, Eritrea e Somalia (tra
cui 111 donne di cui 15 incinte e 90 minori non accompagnati di cui 20
presentano segni evidenti di maltrattamenti subiti durante la prigionia
nelle carceri libiche). Nella notte tra giovedì e venerdì è arrivata a
Seminara, in provincia di Reggio Calabria, un’imbarcazione con a bordo
44 migranti iraniani, siriani e iracheni (tra cui 9 donne e 13 bambini).
E oggi a Crotone è previsto l’arrivo della nave Open Arms con 378
profughi.
Sono solo i numeri degli ultimissimi giorni. E solo
quelli di cui si ha contezza, perché i migranti sono arrivati a
sbarcare. Chissà quanti altri avranno perso la vita nel Mediterraneo
senza che nessuno se ne accorgesse. Negli ultimi mesi ci hanno fatto
credere che la campagna anti-Ong fosse servita a porre fine
all’emergenza immigrazione. Hanno colpito le Ong come fossero loro
responsabili dell’immigrazione clandestina, mentre le Ong erano solo
responsabili di salvare vite umane.
Si tenteranno sempre nuove
rotte, nuove tratte, nuovi modi per raggiungere questa fortunata sponda
del Mediterraneo (nella notte tra giovedì e venerdì un barcone di
migranti partito dalle coste turche è naufragato nell’Egeo, al largo
dell’isola greca di Kalimnos e almeno una donna è annegata e diverse
altre persone risultano disperse. Il barcone era partito dalle coste
turche) e l’assenza di importanti Ong nel Mediterraneo inevitabilmente
porterà a nuovi morti. Farli arrivare in Europa cadaveri o bloccarli nei
lager libici non può essere la civile soluzione italiana ed europea al
problema dei migranti.
Non sono credente, non potrei mai
accontentarmi dell’ipocrita consolazione della giustizia divina per la
tragedia umanitaria dei migranti morti in mare, torturati in Libia e in
Turchia. Sulle morti in mare e sulle torture ai confini dell’Europa, da
cittadini europei se vogliamo che questa definizione abbia ancora un
senso, dobbiamo chiedere conto a coloro che siedono nei palazzi dei
governi dell’Unione, devono rispondere della grave violazione dei
principi fondamentali che l’Europa si è data. Non sono parole astratte,
ma principi di umanità. Gli illustri colpevoli, che hanno stretto
accordi con i torturatori, vanno giudicati ora, non aspettiamo che a
fare giustizia per gli orrori di oggi sia il tempo. Ne va dell’Europa e
delle sue ragioni fondative, perché oggi tra i responsabili di quelle
morti, di quelle torture c’è il bieco opportunismo di Bruxelles. La mia è
una call to action ai giuristi di buona volontà: dobbiamo far
comprendere ai governi europei che nessuno può sacrificare vite umane in
nome della propaganda elettorale rimanendo impunito.
"I
26 cadaveri di donne che sono arrivati a Salerno sulla nave militare
spagnola Cantabria carica di migranti sono la prova che la strategia per
il controllo dell'immigrazione del ministro dell'Interno Minniti è
stata un fallimento". "Negli ultimi mesi ci hanno fatto credere che la
campagna anti-Ong fosse servita a porre fine all’emergenza immigrazione.
Hanno colpito le Ong come fossero loro responsabili dell’immigrazione
clandestina, mentre le Ong era solo responsabili di salvare vite umane.
Sulle morti in mare e sulle torture ai confini dell'Europa, da cittadini
europei se vogliamo che questa definizione abbia ancora un senso,
dobbiamo chiedere ai mandanti di questi orrori che siedono nei palazzi
dei governi europei di rispondere per la grave violazione dei principi
fondamentali che l'Europa si è data, che non sono parole astratte, ma
principi di umanità".