Repubblica 4.11.17
Intercettazioni. Giulia Bongiorno.
“Chi decide quale ascolto è rilevante e quale no? Grande discrezionalità e controlli quasi impossibili”
“Rischi di falsità e distorsioni la riforma delle intercettazioni è la fine del processo penale”
di Liana Milella
La
nuova legge sulle intercettazioni? «Sarà l’estrema unzione del processo
penale». Giulia Bongiorno, avvocato penalista di grido ed ex deputata
che bloccò la riforma degli ascolti firmata Berlusconi-Alfano, a
Repubblica dice: «Chi ha scritto questa legge non è mai stato in tribunale ».
Il Guardasigilli Orlando insiste, «questa non è una stretta ». Secondo lei?
«Le
leggi del ministro tradiscono sistematicamente gli obiettivi
annunciati. Prima voleva combattere la violenza sulle donne e ha
svuotato di significato lo stalking, adesso dice di voler evitare abusi
nelle intercettazioni e offre strumenti per pubblicazioni fuorvianti e
distorte».
Pure il centrodestra voleva imbavagliare: vizio di tutti i politici?
«Non
è possibile paragonare i testi perché Orlando non vieta al giornalista
di pubblicare le notizie private, semplicemente evita sin dall’origine
che esista la notizia. Ma le conseguenze saranno devastanti».
Cosa intende?
«Se
una conversazione trascritta è smentita da un’altra non trascritta, i
giornalisti pubblicheranno quella trascritta. Ci saranno moltissime
falsità in circolazione: una contaminazione sistematica della realtà».Se
sono rilevanti vanno trascritte, c’è questa garanzia.
«Vi sarà
un’enorme discrezionalità, ai limiti dell’arbitrio, nel decidere quali
intercettazioni sono rilevanti e quali no. Escludo che i magistrati
italiani, pochi e con enormi carichi di lavoro, riescano a fare i
controlli che richiederebbe questa legge».
Intercettazioni non rilevanti e quindi non trascritte. Non si rischia il caos quando se ne dovrà ripescare una?
«È
una legge scritta da chi non è mai stato in tribunale e ignora anche
l’insidia più ovvia di questo delicato strumento: l’ambiguità del
linguaggio. Forse il ministro pensa che nelle conversazioni gli
interlocutori si esprimono in modo limpido? Sa quante volte si parla di
mozzarelle anziché di cocaina? E le mozzarelle saranno ritenute
rilevanti o no? Per interpretare correttamente le conversazioni bisogna
inquadrarle in un contesto e leggerne ogni parola».
Non sarà la polizia a decidere, sul momento, cos’è rilevante e cosa no determinando il destino dell’indagine?
«Nutro immensa fiducia nelle forze dell’ordine, ma in questa maniera il rischio di parzialità nelle indagini è fisiologico».
Il
pm Di Matteo citava il caso Fragalà per spiegare che un’intercettazione
apparentemente inutile in realtà può essere determinante per la difesa.
Lei ha un esempio da raccontarci?
«Mentre scrivevano i
brogliacci, gli agenti che intercettavano Sollecito hanno appuntato a
margine commenti offensivi nei confronti dei suoi familiari. Le zie di
Raffaele che conversavano tra loro sono state definite “vipere” e
“stronze”. Non mi sentirei serena, nel dare questo potere così
sconfinato...».
I brogliacci della polizia scompaiono, sostituiti
da “annotazioni”. Una sorta di sintesi non ben identificata. Chi
garantirà che è vera?
«I brogliacci erano essenziali per risalire a
una conversazione che non compariva nell’ordinanza cautelare, erano
dunque una bussola. Ora è come essere scaraventati in mare aperto senza
strumentazione e senza alcun punto di riferimento».
I legali non avranno più copie di carta. Che conseguenze vede?
«È
inaccettabile il principio stesso della diffidenza nei confronti di
tutti i legali. Comunque solo gli studi più strutturati avranno la
possibilità di inviare i collaboratori in procura ad ascoltare ore e ore
di intercettazione per appuntare quelle da ripescare ».
Orlando sostiene che è una legge equilibrata. Alfano ha esultato con un «finalmente»: che tipo di compromesso è stato raggiunto?
«Troppa
discrezionalità a chi ascolta le conversazioni e scarsa possibilità di
effettivi controlli da parte dei magistrati e degli avvocati rischiano
di far diventare questa riforma, battezzata come soluzione ai mali della
giustizia, l’estrema unzione al processo penale ».