sabato 4 novembre 2017

Repubblica 4.11.17
L’ultima strage del mare morti in 23 sul gommone
Traversate in ripresa
Il naufragio è il segno della ripresa dei viaggi dalla Libia. Duemila tratti in salvo questa settimana
Circa 800 migranti arriveranno oggi a Reggio Calabria, andandosi ad aggiungere ai 558 sbarcati ieri a Vibo Valentia. A dare l’allarme sulla ripresa delle partenze era stata nei giorni scorsi l’agenzia europea Frontex
d Alessandra Ziniti

PALERMO. Ad avvistare il gommone ormai semiaffondato è stato un elicottero del dispositivo Eunavformed partito dalla nave militare spagnola Cantabria. Corpi galleggianti, decine di mani disperatamente aggrappate ai tubolari sgonfi dell’imbarcazione, moltissime persone in mare prive dei giubbotti. Il bilancio del nuovo naufragio nel Mar Mediterraneo, in una settimana che ha fatto segnare la ripresa delle partenze dalla Libia dopo mesi in cui il trend aveva fatto segnare una diminuzione del 30 per cento rispetto al 2016, è di 23 vittime accertate, 64 superstiti e un numero imprecisato di dispersi, almeno una ventina se come hanno riferito i sopravvissuti - a bordo di quel gommone malandato i trafficanti libici avevano fatto salire più di cento persone.
I corpi delle vittime e i superstiti sono stati presi a bordo dalla nave spagnola intervenuta sotto il coordinamento della centrale di Roma della Guardia costiera che sempre ieri ha dovuto gestire contemporaneamente altre sette operazioni di soccorso: 700 le persone tratte in salvo che portano a 2000 il numero dei migranti soccorsi questa settimana. Altri otto corpi , recuperati dalla nave Diciotti della Guardia costiera italiana due giorni fa a bordo di un gommone, arriveranno oggi a Reggio Calabria insieme ad altri 788 migranti che vanno ad aggiungersi ai 558 sbarcati ieri a Vibo Valentia dalla Aquarius di Sos Mediterranèe.
A dare l’allarme sulla ripresa delle partenze multiple dalla Libia era stata nei giorni scorsi l’agenzia europea Frontex, analizzando la situazione di profonda instabilità che si registra in Libia.
Ai migranti salvati nel Mediterraneo dalle navi dell’operazione Sophia e dalle poche ong rimaste ad operare in zona Sar devono aggiungersi le diverse centinaia di tunisini intercettati negli ultimi giorni dal dispositivo della Guardia costiera e della Guardia di Finanza riposizionato sulla rotta che dalla Tunisia punta dritto alle coste dell’Agrigentino e a Lampedusa dove negli ultimi due mesi si sono registrati decine di cosiddetti “sbarchi fantasma”. Un fenomeno che il Viminale sta monitorando con attenzione nell’ipotesi che tra questi migranti, che spesso riescono a dileguarsi senza essere intercettati, possano celarsi elementi in contatto con ambienti del terrorismo. Un timore confermato ieri dal ministero dell’Interno di Tunisi che ha annunciato di aver fermato due giorni fa tre sospetti jihaidisti tra le 94 persone che erano a bordo di un barcone fermato dalla Guardia costiera di Sfax e diretto in Italia.