sabato 4 novembre 2017

Repubblica 4.11.17
La molecola del giudizio
Così una proteina fa finire l’adolescenza
Già tra i 20 e i 25 anni, alla fine del processo, le sinapsi si riducono anche del 40 per cento
di Elena Dusi

ROMA. Speriamo che ci pensi lei. La proteina laminina-alfa-cinque potrebbe sembrare un alleato improbabile per i genitori alle prese con un figlio adolescente. Eppure il suo ruolo è assai prezioso in famiglia. La molecola si occupa infatti di domare le sinapsi bizzose e i neuroni spettinati del cervello dei teenager. Lo hanno scoperto gli scienziati dell’università di Yale studiando i topi. Gli animali di laboratorio non sono esattamente sovrapponibili ai nostri ragazzi, ma al ruolo della laminina-alfa- cinque la rivista
Cell Reports dedica una pubblicazione, accompagnata da un comunicato stampa intitolato: “La molecola della maturità che aiuta il cervello degli adolescenti a crescere”.
Intorno ai 12 anni - è quel che già si sapeva - il cervello si ritrova ricco di neuroni e sinapsi. Le cellule e le loro connessioni si sono accumulate in maniera disordinata nel corso dell’infanzia, un periodo caratterizzato da un apprendimento tumultuoso. Tra i 20 e i 25 anni, alla fine del processo, le sinapsi si sono ridotte anche del 40% e il volume della materia grigia è diminuito. Nel frattempo è maturato quel lobo frontale che ci regala capacità di giudizio e controllo degli impulsi.
Cosa accade lungo questo decennio tumultuoso era rimasto un mistero, dal punto di vista biochimico. La scoperta della “molecola della maturità” non basta certo a spiegare tutto nel processo, né è chiaro quando inizi esattamente a fare effetto, ma rappresenta un primo mattone. «Molto importanti sono anche i vari fattori di crescita, come ad esempio il Ngf scoperto da Rita Levi Montalcini» spiega Luca Passamonti, neuroscienziato del Cnr e dell’università di Cambridge, autore l’anno scorso di un’altra ricerca sul cervello degli adolescenti. Il ruolo della “proteina del giudizio”, scrive Cell Reports, è stabilizzare il garbuglio di neuroni cresciuto nei primi anni di vita. «Prima dell’età adulta le sinapsi tra i neuroni sono, direi, selvagge. Si riducono, crescono, destabilizzano perfino le sinapsi vicine » scrive il coordinatore dello studio, lo scienziato di Yale Anthony Koleske. «Nel cervello maturo le sinapsi appaiono molto più ordinate. Sono più piccole e “ben educate”».
Nei topi in cui veniva inibita la produzione di laminina-alfa-cinque la maturazione dei neuroni era limitata e il cervello adulto finiva per restare povero di connessioni. Ottenere sinapsi “ben educate”, scende nei dettagli Passamonti, vuol dire «renderle robuste e sufficientemente stabili nel tempo. Niente è permanente nel cervello, che è molto plastico, ma se non subiscono questo processo di stabilizzazione, le sinapsi non sopravvivono e non sono funzionali ».
In un’età ricca di stimoli e di esperienze, in cui il cervello è ottimizzato per apprendere, le connessioni fra neuroni si rimodellano a ritmi sostenuti. «Ogni volta che impariamo qualcosa, le sinapsi subiscono un cambiamento. Ma occorre che raggiungano una certa stabilità, se vogliamo mantenere la conoscenza acquisita» spiega Mitchell Omar, sempre di Yale. Il cervello dei bambini è pieno di questi collegamenti fra neuroni (molto meno quello degli adulti). «Ma un aspetto chiave della maturazione - precisa Passamonti - è che le sinapsi vengano rese robuste, dopo essere cresciute e maturate a sufficienza. Se questo non avviene, non sopravvivono, diventano deboli, sono usate poco e alla fine vengono “potate”. Proprio come i rami secchi di un albero o di una vite».