sabato 4 novembre 2017

Repubblica 4.11.17
Il test Sicilia riapre la sfida nel Pd Orlando: si discute pure il premier
Berlusconi evoca le larghe intese: “Se costretti, dialogo con i dem”
di Emanuele Lauria

PALERMO. Le urne, in Sicilia, devono ancora aprirsi ma nel Pd già si discute dei riflessi di una possibile sconfitta. È Andrea Orlando a porre in anticipo la questione della leadership del centrosinistra: «Dopo le elezioni nell’isola - dice il Guardasigilli - serve fare una riflessione seria: se vince Micari, non ha la maggioranza e dovrà confrontarsi con Fava. E se perde una ricongiunzione con Fava si impone. Dopo la Sicilia si ridiscuterà della coalizione e di tutto». Anche del candidato premier? «Sì, ci si mette attorno a un tavolo e si discute di tutto», afferma Orlando a
Circo Massimo
su Radio Capital. Insomma, fuochi accesi attorno a un risultato siciliano ancora da scrivere.
FOTO: ©LAPRESSE
Il segretario del Pd, in una enews nella quale rilancia l’attacco ai bancheri e alle “alte burocrazie”, sembra già prendere le distanze dal suo candidato Fabrizio Micari: «È stato indicato dal sindaco Leoluca Orlando per un’alleanza che andasse oltre il Pd», dice Renzi. Aggiungendo: «Io lo voterei ma vinca il migliore». Non esattamente un incitamento caloroso, da parte dell’ex premier che negli ultimi giorni a Palermo non si è fatto vedere. Renzi è già pronto a ridimensionare la portata del dato di Micari, lunedì, dicendo di avere accettato la proposta di una coalizione larga, dalla quale si sono sfilati però Mdp e sinistra. Puntando a “blindarsi” dietro un eventuale risultato positivo della lista del Pd, di cui i suoi fedelissimi sono sicuri. Linea che la minoranza dem anticipa e contesta, con Andrea Orlando. Che viene subito stoppato dal presidente Matteo Orfini: «Il candidato premier sarà Renzi, come hanno deciso gli elettori delle primarie ».
Il Pd è in fibrillazione, alla vigilia di una competizione elettorale che probabilmente vedrà un testa a testa fra i candidati del centrodestra, Nello Musumeci, e di M5S, Giancarlo Cancelleri. Potrebbe essere determinante il voto disgiunto. Rosario Crocetta, il governatore uscente del Pd, sostiene Micari senza grande convinzione e ieri ha fatto quasi un endorsement a favore di 5 Stelle: «Se dovessi scegliere solo fra Cancelleri e Musumeci? Non sceglierei Musumeci che è un uomo livoroso - ha detto Crocetta a Un giorno da pecora - al di là degli impresentabili».
Ma i moderati dem potrebbero invece convergere sull’ex An. D’altronde, nel caso di vittoria del centrodestra, non è improbabile l’ipotesi di larghe intese. Anche Berlusconi ieri l’ha lasciato intendere: «Votateci in massa - ha chiesto il Cavaliere agli elettori di Fi - altrimenti senza maggioranza saremmo costretti a governare con la sinistra».
In una piazza affollata, a Palermo, Beppe Grillo ha chiuso a tarda ora una campagna M5S orientata verso gli indecisi: «Quelli che non vanno a votare lo fanno per darsi un alibi, una giustificazione. Noi non siamo uguali agli altri». L’ex comico ha riservato una delle sue battute a Berlusconi: «Dice che vuole riportato la legalità in Sicilia: ecco chi l’aveva presa...».