Repubblica 27.11.17
“Basta corruzione”, in Romania mai così tanti in piazza
La protesta di migliaia di manifestanti in molte città di tutto il Paese contro abusi e scandali dei leader al potere
Al
grido di “Tutto per la giustizia” i cittadini si sono radunati ieri a
Bucarest. Manifestazioni in 80 città, mobilitate da 42 associazioni,
sindacati e Ong
di Andrea Tarquini
Berlino «Hoti,
Hoti » , cioè «ladri, ladri » , gridano ormai quasi ogni giorno i
dimostranti: ancora una volta la società civile scende in piazza in
Romania a Bucarest e, secondo i media, anche in altre ottanta città del
Paese. Ieri sera l’ennesima protesta è stata organizzata a Bucarest dai
sindacati e da diverse Ong e associazioni. Protestano contro una riforma
fiscale che penalizza in modo brutale i salariati, e ancor più contro i
ricorrenti tentativi della maggioranza di governo guidata dal Partito
socialdemocratico di voler ridurre le pene per i reati di corruzione, e
di affossare le indagini della giustizia sui suoi leader accusati,
indagati e – nel caso del loro leader – anche già condannati.
«Non
sfuggirete » , « giù le mani dalla giustizia», gridavano ieri sera
migliaia e migliaia di persone nella centralissima Piata Victoriei
davanti alla sede del governo nella capitale. Cortei e proteste, con
migliaia di manifestanti, hanno marciato con gli stessi slogan in molti
altri grandi centri del Paese. La società civile, nella dinamica Romania
democratica che vanta una crescita economica attorno al 5 per cento
annuo del prodotto interno lordo, dice «basta alla corruzione», «si
rivela migliore dei suoi governanti » , dicono gli osservatori
diplomatici occidentali a Bucarest.
Almeno quarantadue
organizzazioni, dalla centrale sindacale Blocul national sindical alle
ong per la trasparenza, hanno invitato con successo i cittadini a
scendere in piazza, scrive il sito di Romania libera, il principale
quotidiano indipendente, molto critico con il governo. «Il nostro Paese
sta vivendo uno dei momenti più gravi dalla fine del comunismo,
chiediamo le dimissioni dell’esecutivo », dicono i dimostranti.
Il
potere fa quadrato, ma la sua posizione è difficile e compromessa.
L´uomo politico piú influente e potente di Romania, il leader
socialdemocratico e presidente della Camera, Liviu Dragnea, già colpito
da una condanna e ora nuovamente condannato per presunta malversazione
di fondi nazionali ed europei, si è visto sequestrare i beni. La
Directia Nationala Anticoruptiei, organo giudiziario anticorruzione,
controlla ogni suo avere. Lui si difende negando tutto: «è una
macchinazione politica di certi magistrati che vogliono costituire
faziosamente un contropotere politico » , ha detto nei giorni scorsi. Ma
lo scontro è aperto, e lo vedi in piazza ogni giorno.