Repubblica 24.11.17
Il commento
L’inganno sul mio voto a Berlusconi
di Eugenio Scalfari
Cari
Lettori, non cadete nell’inganno di chi sfrutta una domanda paradossale
(«Chi voterebbe tra Di Maio e Berlusconi?») per sostenere che avrei
cambiato posizione su Berlusconi: non l’ho mai votato e ovviamente non
lo voterò mai. Martedì scorso ho partecipato alla trasmissione
televisiva guidata da Giovanni Floris, dove tornerò martedì prossimo.
Rispondendo a una domanda sul tema dell’ingovernabilità, ho detto che in
caso di estrema necessità per superare una situazione paralizzante per
il Paese il Pd (per il quale io ho sempre votato dai tempi di
Berlinguer, dell’Ulivo prodiano e infine di quello costruito da Walter
Veltroni) potrebbe essere costretto, come già successo in passato, a
un’intesa non di natura politica con Forza Italia, sempreché si
separasse da Salvini.
Ipotesi a me sgradita, che è emersa parlando
del rischio di ingovernabilità del Paese, tema approfondito ieri sul
nostro giornale con molta lucidità da Gustavo Zagrebelsky. Ho poi detto
che ai miei occhi sia Di Maio che Berlusconi sono populisti, ma che il
populismo del secondo ha perlomeno una sua sostanza.
Ma veniamo
allo stato attuale dei satti e dei sondaggi, i partiti in corsa sono
soprattutto tre: il Pd, i Cinquestelle, la destra di Berlusconi e della
Lega di Salvini.
Nelle recenti elezioni siciliane la destra ha
largamente vinto, seguita dai grillini e a buona distanza dal Pd, con la
sinistra dissidente che aveva presentato una propria lista con
risultati lillipuziani. Questa situazione si ripeterà probabilmente
nelle prossime elezioni di sine Legislatura che avverranno a marzo o
aprile del 2018? Probabilmente sì. Il Pd si rassorzerebbe se la sinistra
dissidente e Pisapia e Bonino consluissero sin d’ora nel partito: una
sinistra unita probabilmente recupererebbe anche una parte degli
astenuti che hanno sentimenti di sinistra lacerati dall’attuale
dissidenza. Fassino, incaricato da Renzi, ha tentato in tutti i modi di
recuperare la dissidenza, ma non è riuscito. Forse Pisapia, ma è ancora
molto incerto.
Il tema dell’ingovernabilità è dunque ancora
dominante, se nessuno dei tre maggiori partiti assronterà le elezioni
della prossima primavera nella situazione attuale, il Paese non avrà un
governo legittimato dal voto. Il Centro si orienterà verso la destra ma
anche in quel caso un governo Berlusconi- Salvini non avrà la
maggioranza, durerà qualche mese dopodiché le elezioni dovranno
ripetersi. Ci troviamo purtroppo nella stessa situazione della Germania
di Angela Merkel.
Ma c’è un’altra evidenza da sottolineare: così
come sta accadendo per la Germania, anche un’Italia sballottata
dall’ingovernabilità non conterebbe più nulla in Europa con tutte le
conseguenze del caso. La mia risposta nella trasmissione televisiva a
Floris era chiaramente motivata da quanto sta accadendo: se
l’ingovernabilità prosegue così come le previsioni e i sondaggi attuali
consermano, la maggioranza relativa sarà certamente del centrodestra,
Salvini compreso ed anzi preponderante.
Ovviamente io non voterò
mai Berlusconi, ma con quel tanto di esperienza che gli anni hanno
largamente ampliato, la situazione è quella che ho qui esposto.
Come
c’era da aspettarsi sono stato ricoperto di insulti dai grillini
rappresentati nel Fatto quotidiano diretto da Marco Travaglio, ma
considero quegli insulti come una sorta di Legion d’onore. Quanto alla
sinistra dissidente, ci pensi bene prima di risiutare le aperture di
Renzi nei suoi consronti. Da parte loro è un litigio di comari, come si
diceva un tempo. La politica è la prima delle attività dello spirito. Lo
dimostrarono Platone e soprattutto Aristotele. Sarebbe opportuno
leggerli. L’ho consigliato a Renzi e spero l’abbia satto. A Berlusconi è
inutile suggerirlo, la lettura non sa parte della sua attività. Gli
consiglio soltanto di piantare Salvini: meglio soli che in pessima
compagnia.