giovedì 23 novembre 2017

Repubblica 23.11.17
La Cosa rosé degli ex Dc: “Noi a sinistra”
Carra raduna a Roma i “cattolici senza partito” che guardano a Mdp: “Dopo il Papa viene Bersani”
di Alessandra Longo,

Roma «Papa Bergoglio potrebbe essere il nostro leader. Subito dopo, per me, viene Bersani!». Quando si dice la fascinazione del cattolicesimo sociale e popolare nei confronti dei compagni di Mdp. Chiamato a raduno da Enzo Carra, un drappello di credenti senza partito (o disorientati) si materializza all’hotel Quirinale. Non una cosa carbonara, proprio davanti a Montecitorio e con un titolo chiaro frutto dell’esperienza mediatica di Carra: «Noi e l’Ulivo ». È la signora Anita Di Giuseppe, già sindaco di Campomarino, dirigente scolastica e presidente dell’Associazione Visioni Contemporanee di ispirazione cattolica, a confessare il suo entusiasmo per le politiche del Papa e la sua fascinazione per il laico Bersani (ieri in gran forma dopo il no definitivo alle offerte Pd).
Prove di dialogo interessanti su tutte e due le sponde. Mdp dichiara di essere « aperto e straperto a tutte le culture» (dice Bersani che non vuol essere leader solo di una Cosa Rossa) e i cattolici senza casa, ex Dc allergici al leaderismo imperante, rispondono. Carra li va rintracciando sul territorio ( « Entrerò nelle liste di Mdp? Per il momento mi limito a rispondere alle chiamate degli amici...»).
Mix di effetto nella piccola sala. Volti noti: Marco Follini, ( « Caro Pier non ti farò il torto di votarti ma fai un lavoro di ricostruzione dell’identità prezioso») David Sassoli ( osservatore e pontiere Pd in particolari buoni rapporti con il capo degli scissionisti ( « Sono allergico agli appelli; non si supera la crisi con i modelli macroniani » ); Miguel Gotor ( « Da qualche parte, direi la nostra, il centrosinistra rifiorirà » ) e poi Giorgio Merlo, deputato Pd ( ma non troppo), autore di Cattolici senza partito ( « L’articolo 18 non è un ferrovecchio del’ 900 ma il caposaldo dei diritti sociali sui cui si basa il pensiero social- cristiano » ). Tra i volti meno noti, ma molto interessati, anche il parrucchiere della signora Carra.
Non essendo Bergoglio disponibile, ecco che da queste parti si guarda a Bersani, a « come ricostruire un progetto politico democratico, riformista e socialmente avanzato » . Ci son qua io, sembra dire Bersani che mette subito « i piedi nel piatto » : « Non può venire niente di buono senza l’apporto di parte della cultura cattolico popolare e cattolico democratica».
Platea canuta. Spicca il sindaco trentenne di Cerveteri, al secondo mandato, in scarpe da ginnastica. Si chiama Alessio Pascucci ed è sponsor di un movimento network di sindaci in bolletta e con voglia di fare. Il suo motto alle elezioni: «Esserci 2.0». Bersani prende appunti e ha l’aria di fare scouting in vista delle future scadenze. Federico Martucci, 32 anni, è sul palchetto con il moderatore Paolo Franchi che lo presenta: imprenditore, docente della Luiss. Lui si schermisce ma picchia duro contro « la società frenetica e liquida, contro il popolo del Carpe Diem». Porte aperte per entrambe le culture presenti.
Il bene comune, il pluralismo non formale ma sostanziale, e la Costituzione « santa e benedetta » . Su questi punti nasce un rinnovato idillio. Finisce con strette di mano, sorrisi, e forse qualche benedizione.