giovedì 23 novembre 2017

Repubblica 23.11.17
Terza pagina
Le idee
Cosa rimane se togli la parola sinistra
di  Michele Serra

In venticinque anni di “Amaca” l’ho scritta 1321 volte. La seconda in classifica è “politica”, la terza è “Berlusconi” Abbiamo permesso che una sola persona si contrapponesse a due concetti fondamentali
Il libro La sinistra e altre parole strane di Michele Serra (Feltrinelli pagg. 96, euro 9) Ne anticipiamo un brano

Il text mining è in pratica un carotaggio. Un lavoro di scavo.
Si prende la montagna di parole giacenti, ripescate con implacabile minuzia dai maledetti archivi che tutto conservano, ci si affondano dentro alcune sonde ben calibrate e si scopre di che materia è fatto, il tuo lavoro. Che cosa ci hai messo dentro. Come si è stratificato nel tempo. Quali elementi prevalgono, e danno sostanza all’insieme. Se c’è dell’oro, o del metallo prezioso, e quanto fango.
Quanti detriti, quanta materia nobile. E alla fine me l’hanno fatto avere, il mio text mining. Qualcosa a mezzo tra un’ecografia della mia anima e la cronaca spicciola, spesso molto spicciola, di un quarto di secolo di storia italiana (e no), snocciolata giorno dopo giorno, corsivo dopo corsivo, goccia dopo goccia. Sostiene il text mining che io in questi venticinque anni abbia usato ben 55.000 parole diverse, inclusi i nomi propri, che sono tantissimi, e le voci verbali nelle loro svariate declinazioni, compresi molti congiuntivi perché ho fatto il classico; poi qualche parola di mia invenzione – come se non bastassero quelle che già ci sono.
La parola più utilizzata, nella somma dei miei corsivi aggiornata all’estate del 2017, è sinistra, 1321 volte. La seconda parola più usata è politica, 1166 volte. Vedete come già questo mi inchioda e mi definisce: sinistra e politica. Sono le due password per poter scrivere sulla Repubblica. E prima della Repubblica, sull’Unità. Sinistra e politica. Un campo, la politica, una squadra, la sinistra: la mia squadra. Se l’ho scritta ben 1321 volte, la parola “sinistra”, è sicuramente perché stavo cercando di spiegare prima di tutto a me stesso che cosa volevo dire esattamente, dicendo sinistra. La prima grande lezione che il mio text mining ci fornisce, dunque, è che lo stimolo fondamentale della scrittura, direi non solo della mia, è l’ignoto. Ho scritto, come tutti o quasi, per cercare di dare una forma e un ordine all’ignoto, a partire dall’ignoto per eccellenza, che è appunto la sinistra. Non è vero che si scrive per narcisismo. Cioè: anche per narcisismo. Si scrive soprattutto per cercare di mettere un poco di ordine nella propria testa, e se si è socievoli anche in quella degli altri. L’uomo delle caverne cominciò a parlare nel tentativo disperato di mettere ordine nel mondo provando a definirlo, ed è esattamente quello che facciamo ancora adesso.
Siamo diventati leggermente meno gutturali, abbiamo molto migliorato l’alimentazione e l’igiene dentale (non il sistema elettorale), ma siamo ugualmente alle prese con lo stesso identico nemico: l’ingovernabile, inesplicabile confusione che ci circonda, e il tentativo, se non di dominarla, almeno di nominarla.
Scriviamo, leggiamo per non farci sovrastare dalla confusione.
Ora però teniamoci forte, perché la terza parola più usata, in venticinque anni di scrittura quotidiana, dopo sinistra e dopo politica, è quella che ci inchioda (non solo io: anche voi) al nostro destino nazionale, che in epoca recente è stato prevalentemente un destino imbelle, da spettatori accasciati nella loro poltroncina, così accasciati da non avere neanche più le forze per abbandonare il teatro. La terza parola più usata è: Berlusconi. È lui che completa il podio. Prima: sinistra. Seconda: politica. Terza: Berlusconi. Osserviamolo meglio, questo trio. Si tratta di due concetti e di una persona.
Abbiamo dunque consentito che una persona sola (e solo quella persona) affiancasse, sul podio della nostra discussione pubblica, al centro dell’agorà, due concetti, sinistra e politica, per noi così rilevanti da averci fatto credere, sbagliando, che proprio quei due concetti bastassero da soli, o con pochissimi ritocchi, a indicare l’agorà stessa nella sua completezza. Non avevamo fatto i conti con l’intruso per eccellenza, talmente intruso che non è ad antagonisti in carne e ossa che contende il podio (altri leader, altre persone) ma a una comunità intera: la sinistra e la politica. Sul podio ci siamo lui e noi, con la differenza, non trascurabile, che lui è uno, noi un sacco di gente.
Per chiudere l’argomento, e perché il terzo classificato non si dia troppe arie, è importante aggiungere che avrei potuto cavarmela benissimo – dico come corsivista, e tanto più come italiano – anche senza di lui.
Alle spalle di Berlusconi il text mining riporta alla luce un esercito sterminato di nomi e cognomi. Quanti ne sono bastati per scrivere migliaia di corsivi e quanti ne basterebbero per scriverne altri milioni.