Repubblica 22.11.17
Jürgen Habermas
“Niente elezioni Ora la Spd governi con la cancelliera”
di Antonello Guerrera
Jürgen
Habermas, il grande filosofo tedesco, maestro della “Scuola di
Francoforte” e tra i massimi intellettuali viventi, è da sempre devoto
all’idea di un’Europa più unita e solidale.
Per questo in passato
ha criticato la “timida” Merkel, elogiando su Repubblica la sonora
chiamata europeista di Macron (accolta con freddezza in Germania).
Raramente
Habermas, 88 anni, rilascia interviste, questa volta però fa
un’eccezione: lo stallo politico tedesco lo preoccupa in ottica europea.
Perciò, per il filosofo, la Spd, il centrosinistra, deve darsi una
scossa e non perdere questa chance per cambiare la Germania e l’Europa.
Professor Habermas, come giudica questa inusuale instabilità politica in Germania?
«La
situazione nella quale in Germania ci stiamo trovando è sicuramente una
prima volta, ma non la considero preoccupante, soprattutto se la
raffrontiamo all’esperienza italiana nella difficile formazione di un
governo. Se invece prendiamo in considerazione le riforme ancora
incompiute in Europa, sarebbe ovviamente auspicabile un nuovo governo in
Germania».
Ma un nuovo governo con chi? Merkel è arrivata davvero al capolinea?
«In
un modo o nell’altro Angela Merkel sarà la prossima cancelliera. Il suo
partito, la Cdu, la sostiene ancora. Anche se si andasse a nuove
elezioni, non credo ci possano essere altre maggioranze di governo
possibili».
E se Merkel cadesse?
Lascerebbe un vuoto a lungo incolmabile in Germania?
«È
difficile prevedere che cosa succederà una volta che la Germania si
ritroverà senza Merkel. Ma al momento, non vedo minacce alla stabilità
politica da parte di movimenti della destra populista».
Quale può essere la soluzione adesso? Nuove elezioni? O un’altra Grande Coalizione tra Merkel e i socialdemocratici Spd?
«Tornare
al voto favorirebbe solo i populisti di destra, anche se non da
alterare in maniera significativa i rapporti di forza con gli altri
partiti. A questo punto, preferirei un governo di minoranza guidato da
Merkel, almeno rivitalizzerebbe il dibattito in Parlamento. Credo sia
sempre un bene quando vengano sperimentate nuove situazioni, dalle quali
possiamo imparare».
Quali saranno le conseguenze di questo stallo per l’Europa? La chiamata europeista di Macron andrà a vuoto?
«Per
l’Europa era auspicabile che le trattative della coalizione Giamaica
finissero male, visto che era coinvolto un partito espressamente
antieuropeista come la Fdp (i liberali, ndr). Il mio desiderio, invece,
sarebbe che la Spd facesse un grosso sforzo e avviasse le trattative per
formare una coalizione. In questo modo, i socialdemocratici potrebbero
conquistare una posizione molto influente nello scenario politico e
rivendicare persino il ministero delle Finanze (sinora gestito da
Wolfgang Schaeuble, ndr), che di fatto è il ministero competente per la
stessa Europa. In questo modo, la Spd potrebbe persino costringere una
maggioranza di governo guidata dalla Cdu a superare le esitazioni verso
le proposte di Macron per una nuova Europa. E con una simile visione del
futuro, per la prima volta dopo molto tempo la Spd potrebbe
riconquistare l’entusiasmo dei giovani e differenziarsi in maniera
chiara dagli altri partiti del “cosiddetto” centro. Se rimanesse
all’opposizione, invece, la Spd potrebbe essere tentata dal volersi
differenziare in un altro modo, e cioè svoltando verso un nazionalismo
di sinistra che — come capita da voi in Italia con i Cinquestelle o
altri gruppi di sinistra — è limitato in un’ottusa chiave nazionale.
Queste persone non riescono a capire che le cause delle crescenti
disuguaglianze sociali nei nostri Paesi oggi si possono combattere solo a
livello globale. E questo è possibile solo con un’Unione europea capace
di agire a livello politico».