Repubblica 19.11.17
Casini: “Appello ai moderati per un’alleanza con i dem anche Alfano venga con noi”
t. ci.
ROMA.
L’hanno descritto come il regista della quarta gamba centrista di una
coalizione di centrosinistra. Un’impresa contro vento, quella di Pier
Ferdinando Casini, ora che il centrodestra vola. «Sarei uno stupido se
non ammettessi che l’aria è chiaramente per il centrodestra. Ma è
proprio adesso che serve responsabilità ».
Partiamo dalle premesse di questa scelta di campo.
«Veniamo
da una legislatura in cui i governi Letta, Renzi e Gentiloni sono stati
in piedi grazie alla cooperazione dell’area moderata».
Ora si vota. E lei pensa a un partitino centrista con il Pd.
«Una
premessa: ho avuto tante soddisfazioni, per me sarebbe facile dire
grazie e arrivederci. Ma non possiamo lasciare l’Italia nelle mani di
Grillo o Salvini».
E quindi pensa alla gamba centrista.
«Senta,
la “coalizione coriandoli”, quella dove c’è il Pd e poi tanti
coriandoli attorno, è destinata a fare la fine dell’alleanza in Sicilia.
Perderemmo rovinosamente, perché la gente capisce quando un progetto
non ha credibilità ».
E quindi che fare?
«Il Pd deve
dismettere la presunzione di autosufficienza e il suo strabismo e
puntare davvero su questa coalizione. Guardare a sinistra, ma anche alla
sua destra. E l’area moderata, che sembra voler tornare sui propri
passi virando a destra, deve mobilitarsi. O facciamo così, o la vedo
male non per il Pd, ma per l’Italia».
Non è dura portare nel centrosinistra chi è nato altrove?
«Lo
so che ci sono molti amici che fanno fatica, perché per una vita non
sono mai stati con la sinistra. Ma non possiamo sottrarci. Avete visto
cosa combina gente senza esperienza? Cosa genera il dilettantismo a
Roma? E qualcuno si prende la briga di spiegare alla gente poi che
l’attuale ministro dell’Interno in due anni ha fatto più di Maroni in
dieci…».
Resta il fatto che l’Italia sembra andare verso il centrodestra. Come se lo spiega?
«Berlusconi,
con il massimo dell’intelligenza politica che gli va riconosciuta, si
propone come la barriera contro il grillismo e per questo chiede ai
moderati di stare con lui. Poi però fa l’alleanza con Salvini e Meloni,
che sono l’altra faccia del grillismo. Questa è una cosa che non sta in
piedi. Il vero rischio dei moderati è ritrovarsi Grillo e Salvini che
insieme prendono il 51% dei voti».
Il suo progetto centrista prevede anche la presenza di Ap e di Alfano? Molti dei suoi guardano a Berlusconi.
«Gli
attacchi che Renzi gli ha rivolto nei mesi scorsi sono stati
ingenerosi. Ma fossi oggi nei suoi panni, eviterei la tentazione di
tornare nel centrodestra. E pure quella di una corsa solitaria, sarebbe
davvero inspiegabile dopo anni al governo insieme. Comunque siamo amici e
lo rispetto profondamente ».
Toccherà a Renzi tenere assieme l’alleanza. Che consiglio vuole dargli?
«Evito,
perché lui ascolta tutti e poi fa come gli pare... Ha costruito la sua
politica sull’idea che non servivano alleanze, oggi deve costruirne una.
Per lui il vento è contrario, ma resta un cavallo di razza: può cadere,
ma si rialza. L’importante è non inseguire il grillismo. Quando stai
tre anni a Palazzo Chigi, la gente ti percepisce come il potere. Non
puoi più fare il rottamatore».