Repubblica 19.11.17
Pisapia e Pd, coalizione più vicina Al lavoro su una lista con Bonino
L’ex
sindaco vede Fassino: “Percorso comune”. E chiede un garante
dell’intesa Mdp resta fuori e oggi riunisce l’assemblea nazionale: verso
il partito con Si e Civati
di Carmelo Lopapa
ROMA.
Il Partito democratico aggancia Giuliano Pisapia. «Ma sia Romano Prodi
il garante della coalizione che verrà», è la condizione posta dal leader
di Centro progressista. Il Professore ci sta, a patto di non essere
trascinato nella contesa elettorale, e prima di volare negli Usa vede
Renzi.
Non è ancora la chiusura di un patto, ma il faccia a faccia
tra Piero Fassino e l’ex sindaco di Milano consente loro di compiere un
passo avanti, suggellato dal documento finale. L’ipotesi che si fa più
probabile a questo punto è che una lista guidata da Pisapia e che
coinvolga i radicali Emma Bonino e Riccardo Magi, il fondatore di Forza
Europa Benedetto Della Vedova e i Verdi, si presenti al proporzionale:
in asse col Pd. La stessa cosa sta cercando di fare con un’altra lista
al centro Pier Ferdinando Casini. Poi, i candidati nei collegi
uninominali saranno scelti d’intesa coi dem. Il segretario Matteo Renzi
in serata si mostra più ottimista, nella sua enews e promette: «La
coalizione di centrosinistra alla quale stiamo lavorando dovrà garantire
eguale dignità a tutti i componenti. Penso di poter dire che avrà
presenze significative sia alla nostra sinistra che al centro».
All’incontro
Fassino-Pisapia di Milano partecipano tra gli altri il vicesegretario
pd Maurizio Martina, Luigi Manconi e Bruno Tabacci. Il comunicato
conclusivo conferma che si è trattato dell’avvio di «un percorso
politico e programmatico per una nuova stagione del centrosinistra».
Proseguirà nei prossimi giorni affrontando punti concreti, a cominciare
dalle eventuali modifiche alla legge di bilancio. Obiettivo comune,
scrivono Fassino e Pisapia, «contrastare il rischio di derive di destra e
populiste».
Il fondatore di Campo progressista non fa mistero di
aver rivendicato la presenza di un garante sul percorso comune e quel
garante deve essere Prodi. «L’ho sentito e mi ha detto di andare avanti
nel tentativo di unire il centrosinistra», rivela l’ex sindaco
partecipando poi nel pomeriggio al lancio della candidatura di Giorgio
Gori alla Regione Lombardia. Il Professore (in partenza oggi per gli
Stati Uniti) con ruolo da supervisore, ma non in prima linea, dunque. Da
una nota del suo staff in serata arriva la conferma che tra gli
interlocutori di questi giorni c’è stato anche il segretario dem. «Non
vi sarà nessuna lista intestata a Romano Prodi o all’Ulivo - precisa il
comunicato - La preoccupazione è allargare e tenere insieme un campo
largo di centrosinistra. Questa è stata la prospettiva e il senso degli
incontri svolti con Fassino, Pisapia e con altri interlocutori. In
questo contesto, prima di partire, il Presidente ha avuto un lungo e
cordiale colloquio con Matteo Renzi». I bersaniani di Mdp restano
distanti, oggi in assemblea in vista del lancio (il 2 dicembre) della
lista comune con Si e Possibile. Vano anche l’ultimo appello rivolto
loro da Pisapia. I radicali Bonino e Magi, con Della Vedova coinvolti
invece nel progetto col Pd, scrivono al premier Gentiloni invocando un
decreto legge che dimezzi il numero delle firme necessarie per le
candidature.