Repubblica 17.11.17
Beppino Englaro.
“Parole che scuotono fondamentalisti e portatori di verità assolute”
Il padre di Eluana “Il Papa è andato più avanti di tutti”
di Piero Colaprico
MILANO.
Signor Beppino Englaro, sembra un po’ spiazzato anche lei dalle parole
di papa Francesco… «È che abbiamo sempre chiesto a tutti, dall’inizio
della vicenda umana, medica e giudiziaria di nostra figlia Eluana di
“andare oltre”. Adesso si scopre che più oltre di tutti è andato lui, il
Papa».
E chi altro avranno scosso a suo parere le parole del Papa?
«Spero
tutti i granitici, i fondamentalisti, quelli che si credono portatori
di verità assolute. Come chi accumulava le bottigliette dell’acqua
davanti alla clinica di Udine, mentre Eluana non poteva avere alcuno
stimolo di sete. E a questi e ad altri oltranzisti, anche su altre
posizioni, che il Papa dice che è arrivato il momento di aprirsi alla
coscienza personale. Magari di capire che lasciar morire non nasce da
una cultura della morte, ma dal suo contrario, dall’amore per la vita».
Non so se sia proprio preciso questo
concetto
di coscienza personale, signor Englaro, ma… «Ma la sollecitazione a
tutti ad andare oltre arriva da un Papa in prima persona e, scusi, era
ora».
A lei non sembra che le parole del Papa sembrino
riconnettersi a quelle pronunciate nella chiesa di Paluzza, dall’umile
parroco don Tarcisio: “Eluana merita una grande manifestazione di
affetto. La Chiesa non si è sentita estranea alla tua sofferenza (…) Sei
come una stella alpina rinata sulle rocce dopo un lungo inverno”?
«Con
quello che era accaduto, all’inizio non volevo nemmeno i funerali in
chiesa, poi ho dovuto ricredermi quando ho ascoltato l’omelia. Ero e
resto agnostico, ma c’è una chiesa che ascolta il dolore, e una che non
l’ha fatto».
Poche ore fa, all’Huffington post, lei sosteneva che il Papa non avesse detto nulla di nuovo, come mai?
«In
effetti, è stato solo il vostro invito a dare una lettura più attenta
all’intero testo a non farmi fermare alla parte che riguardava la
proporzionalità delle cure. Cioè, la proporzionalità è stata invocata
troppo volte a sproposito e la conseguenza è che mi scatta una reazione
di pancia. Perché noi genitori eravamo in mezzo al deserto, finché non
ci sono state le sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato. La
grandezza della problematica è tale che ha fatto dire “la sua” per la
prima volta anche a un Papa».
La lettera di papa Francesco arriva in un momento in cui il centrodestra italiano gioca a rimpiattino sul fine-vita.
«Il
Papa sembra togliere ogni alibi a chi va in giro a raccontare che il
testamento biologico non rispetti i precetti cristiani. Più di così oggi
che cosa si può attendere? Ricordo i giorni della quiete a Udine,
quando c’era lo sforzo di alcuni parlamentari di approvare una legge che
impedisse a Eluana di spirare in pace, ricordo gli insulti, poi Eluana
si spense e la fretta finì. Era otto anni fa».
Accanto a questo, che cosa l’ha colpita della lettera?
«La
richiesta di un supplemento di saggezza ai medici e la centralità della
persona umana. Anche basilare il passaggio della lettera sul tema che
curare troppo costituisce “un’insidiosa tentazione” e che non sempre si
giova “al bene integrale della persona”. Forse sembra voler dire ai
medici: se voi curaste con maggiore saggezza, anche le persone non
ricorreranno all’eutanasia”.
Sembra inedito anche il fatto che il
capo della chiesa cattolica rilanci la validità delle cure palliative…
«È vero, che papa Francesco non abbia dimenticato la grandezza e la
validità delle cure palliative è un altro gradino. Ne avevamo discusso
con Giandomenico Borasio, e con Augusto Caraceni dell’Istituto dei
tumori, mi risulta non ci sia un corso di laurea in cure palliative,
magari adesso qualche senato accademico lo prenderà in considerazione».