Repubblica 14.11.17
Intervista
“Demoni in Europa, la mia Polonia rischia la guerra civile”
Per l’ex presidente Lech Walesa le democrazie sono in pericolo “Bisogna davvero reinventare la politica”
di Andrea Tarquini
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dobbiamo reinventare la vita politica democratica con nuovi strumenti,
altrimenti i vecchi demoni nazionalisti e fascisti risorti resteranno, e
mi chiedo se dovremo allora passare da brutte esperienze di sangue».
Lech Walesa è preoccupato per la situazione in Polonia e il suo ruolo in
Europa.
Quanto è pericolosa la situazione dopo il corteo estremista di sabato?
«Siamo
entrati in una nuova èra, nella nuova èra postcomunista. La mancanza di
political correctness nel senso vero del termine, correttezza
sostanziale, da parte dei politici e la mancanza di attività politica
della società ci dicono che i vecchi strumenti della politica non
bastano più. Da anni dico che occorrono nuove forme di partecipazione
alla politica. Se mi avessero ascoltato, i populisti e i fascisti
sarebbero stati respinti. Ma ora la questione è come riuscire a restare
nei limiti della democrazia e prevenire azioni estreme».
Democrazia in pericolo?
«Masse
schierate con Kaczynski in Polonia, masse per Trump in Usa, masse per
certi altri politici in Francia, dicono che la gente è stanca delle
vecchie strutture. La questione, insisto, è come garantire la democrazia
inventandone di nuove. La questione è se riusciremo a farlo evitando
brutte esperienze, violenze, sangue. Mi chiedo se solo dopo che avremo
subíto eventi tristi emergerà qualcuno capace di guidare la società
verso soluzioni giuste».
Perché tanti giovani erano in quel corteo ultrà?
«Anche
loro sono persone che cercano a modo loro nuove soluzioni. Anche per
loro dobbiamo reinventare la democrazia, per riconquistarli dalla
seduzione degli spettri del nazionalismo e del fascismo. Dipenderà da
noi democratici se capiranno o se sceglieranno soluzioni non
democratiche ».
Il governo nazionalconservatore ha elogiato la manifestazione, che ne dice?
«Il
governo vuole solo vincere, capitalizzare dalla situazione in senso
politico come con un investimento. La società polacca è chiamata da
questa situazione di caos a scegliere tra il bene e il male, a scegliere
la soluzione giusta di nuove forme di vivere la democrazia e
mobilitarsi per la democrazia ».
Non le sembra allarmante la presenza di esponenti di ultradestra radicale italiani e di altri paesi al corteo di Varsavia?
«Mi
sembra la conferma che il confronto tra la ricerca di nuove soluzioni e
il pericolo dei fantasmi tornati è in atto in tutta Europa ».
Perché le opposizioni democratiche appaiono così deboli contro un movimento estremista di massa che riempie le piazze?
«Perché
il governo di demagoghi guida il paese con il populismo e distribuendo
soldi alla gente. Come potrebbe l’opposizione batterlo su questo
terreno? Forse promettendo di distribuire ancor più soldi? Come vincere
contro le promesse di demagoghi e populisti restando politici razionali e
ragionevoli? L’opposizione temo non possa farcela a essere più veloce
di questa specie di rivoluzione dei fantasmi del passato, è condannata a
essere più lenta del populismo».
La permanenza della Polonia nella Ue è in pericolo?
«Se
continuano eventi come quelli che abbiamo appena visto potremmo persino
finire in una guerra civile. Solo con un maggior impegno sociale
potremo respingere queste azioni negative e tornare sul cammino giusto.
Ma ce la farà il Bene a vincere? Me lo chiedo da rivoluzionario, è
questione aperta».
Teme l’alleanza tra Kaczynski e politici a lui vicini altrove come Orbán?
«In
questa nuova èra che non affrontiamo con strumenti politici adeguati
quei demoni del passato sono ben vivi. Solo se ci organizzeremo bene per
combatterli, tutte noi persone ragionevoli, democratiche, la situazione
in Europa tornerà sotto controllo. Tutto è possibile adesso da noi e in
Europa, passi avanti verso il meglio o verso il peggio».
Quando chiama a organizzarsi quali soluzioni concrete propone?
«È
questione di intendersi sui contenuti costitutivi di questo terzo
millennio. Parlare di libertà e basta vuol dire dover controllare poi
chiunque abbia un incarico, perché non abusi della libertà. Dobbiamo
costruire strutture democratiche fondate su valori etici e politici
comuni chiari, contro l’abuso del potere. Dobbiamo organizzarci, e
convincere gli elettori di Kaczynski che hanno sbagliato. Da anni dico
che è pericoloso. Dobbiamo organizzarci in fretta, per riuscire ad avere
un cambiamento senza sangue, altrimenti affronteremo problemi gravi,
con la Polonia con i fantasmi tornati nel mezzo della transizione tra
l’èra degli Stati nazionali e la nuova èra globale».
Ha collaborato Anna Maria Mydlarska