lunedì 13 novembre 2017

Repubblica 13.11.17
Il ritratto.
Pietro Grasso le ha telefonato “Sei stata brava”. Ma è iniziata la partita per mettersi a capo di un pezzo di sinistra
Anche Laura in campo quello strano derby tra i due presidenti
di Giovanna Casadio

PIETRO GRASSO
Io mi sento un ragazzo di sinistra e chiedo alla sinistra di non fare passi indietro sui valori
Così il presidente del Senato alla festa di Mdp a Napoli
LAURA BOLDRINI
Chi è progressista non può non essere anche femminista
Così la presidente della Camera all’incontro con Pisapia

Roma. «Io ci sono». Laura Boldrini è pronta a scendere in campo come leader della sinistra. Quattro anni e otto mesi dopo l’elezione a presidente della Camera, Boldrini - terza donna nella storia repubblicana a guidare l’assemblea di Montecitorio, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti - è in corsa. In questi anni le è capitato di tutto. Già quando adottò la “ghigliottina” per condurre in porto il decreto Imu-Bankitalia, fu bersaglio degli attacchi sessisti sul web scatenati dai 5Stelle. Poi aggressioni verbali e fake leghiste. E lei imperterrita, forte di quell’esperienza come portavoce dell’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite che l’aveva portata negli angoli più sperduti del mondo, è andata avanti. Diretta e ostinata.
Fino all’investitura a leader della sinistra nell’assemblea di Campo progressista, ieri. Se qualcuno pensa che sia cominciato un derby con l’altra più alta carica istituzionale, il presidente del Senato, Pietro Grasso, ebbene Boldrini fa sapere che si sbaglia. Tra i primi a telefonarle per complimentarsi con il discorso fatto è stato proprio Grasso: «Brava Laura, doppiamente brava per la nettezza delle posizioni che hai assunto». Le ha detto il collega presidente, che ha lasciato il Pd con parole non lusinghiere per quel partito guidato da Matteo Renzi.
La situazione è anomala, effettivamente. Le due più alte cariche dello Stato, i presidenti dei due rami del Parlamento - anche se cercano di preservare il loro ruolo di arbitri e perciò ripetono di non volere essere tirati per la giacchetta - sono in campo per guidare la sinistra italiana. Grasso incoronato da Mdp di Bersani, Speranza e D’Alema con l’aggiunta di Sinistra italiana di Fratoianni e Vendola, di Possibile di Pippo Civati e pure di Montanari e Falcone. Boldrini designata dall’assemblea di Giuliano Pisapia, al quale la lega una solida amicizia, che tuttavia non le ha impedito ieri di avvertirlo che non è più tempo di indugiare nell’illusione di abbracciare questo Pd.
Ma d’altra parte sin dall’inizio, dalla loro elezione alla guida delle due Camere, i due sono legati da un comune destino. Furono entrambi, provenienti dalla società civile, l’ultimo bel gesto del centrosinistra di Bersani e Vendola - uniti nella coalizione “Bene comune”, che non aveva perso ma non aveva neppure vinto. Bersani allora segretario del Pd, prima di essere travolto a sua volta dai 101 franchi tiratori che impedirono a Romano Prodi di essere eletto al Quirinale, disse: «Con Boldrini e Grasso alla guida delle Camere abbiamo dimostrato che cambiare si può». Forse per questo, ora la sinistra vuole ricominciare da loro: da Grasso “ragazzo di sinistra”, ex procuratore antimafia; da Boldrini, donna di sinistra, che invitò, insediandosi alla Camera, a «guardare il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore inesplorata di un disabile». Tanta acqua è passata. Boldrini è stata accusata di essere «divisiva », fissata con il linguaggio di genere, che cioè si dica sindaca e ministra, al femminile. Però nell’assemblea di Campo progressista è tornata sulle buone pratiche della parità, senza indugiare sulle parole ma sulla sostanza di un paese al 51% composto da donne e che («Quando mai si è visto?») discrimina la sua maggioranza.
Con Grasso, come presidenti delle Camere, hanno preso insieme iniziative importanti, ad esempio hanno varato il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento. Anche in politica c’è feeling, se è vero che tutti e due immaginano una sinistra che non si rinchiuda in una ridotta, che non faccia semplice testimonianza, che getti il cuore oltre l’ostacolo delle divisioni. Grasso e Boldrini però dovranno accordarsi per mettersi a capo di una sinistra a pezzi.