Repubblica 13.11.17
Rinviato, anzi no: che psicodramma il congresso di Napoli
Il caso/ accuse di brogli per eleggere il nuovo segretario provinciale pd
Il Nazareno nella notte di sabato blocca le operazioni di voto ma domenica ecco il dietrofront. Solo oggi i risultati
di Dario Del Porto
NAPOLI.
Chi credeva di averle viste tutte, con i cinesi in coda per le primarie
del 2011 e le monetine agli elettori ai seggi del 2016, ha
evidentemente sottovalutato il Pd napoletano, capace di trasformare in
uno psicodramma anche il congresso per l’elezione del nuovo segretario
provinciale. Lì dove Matteo Renzi, dopo i disastri di un anno fa, aveva
minacciato di usare “il lanciafiamme”, il voto nei circoli ha finito per
incendiare ulteriormente gli animi, invece che sopirli.
Ci ha
messo del suo anche il Nazareno, in realtà, dopo che uno dei candidati,
Nicola Oddati, proveniente dall’area ex Ds, aveva sollevato riserve
sulla legittimità del congresso chiedendo il rinvio. Nel giro di 12 ore,
tra le 23 di sabato sera e le 11 di ieri mattina, i democratici
napoletani sono passati dallo slittamento delle elezioni, sollecitato
dal vice segretario nazionale Maurizio Martina con una mail inviata al
garante Alberto Losacco, alla conferma del voto sancita sempre via mail
dal responsabile nazionale per l’organizzazione Andrea Rossi. E non è
ancora finita, perché ieri sera, quando avevano votato circa 10 mila
iscritti (ma il dato non è ufficiale) sugli oltre 25 mila e i congressi
si erano celebrati in un centinaio dei 126 circoli dell’area
metropolitana, la commissione presieduta da Losacco ha deciso di non
aprire i plichi, riconvocandosi per questa mattina. Una scelta, spiega
Losacco, dettata non solo dall’esigenza di aspettare la documentazione
dalle sedi più lontane, «ma soprattutto perché ci sono contatti e
spiragli d’intesa tra i candidati e i loro sostenitori. In commissione
si registrava un clima di maggiore serenità. Sono fiducioso», assicura
Losacco. Ma chissà se oggi si saprà come è finita la corsa a tre fra il
grande favorito Massimo Costa, medico e docente universitario, sostenuto
dai leader locali del partito assieme a popolari, pittelliani,
orlandiani e franceschiniani, Oddati, che insieme ai suoi sostenitori
non ha partecipato al voto, e l’outsider Tommaso Ederoclite. A urne
chiuse, sono cominciati i colloqui fra chi chiede un nuovo congresso
domenica prossima e chi invece conta di proclamare i delegati per
voltare definitivamente questa nuova, tormentata pagina del Pd
napoletano, reduce dalla batosta alle Amministrative e senza più l’ex
governatore Antonio Bassolino, che ha lasciato il partito.
La
polemica aveva accompagnato tutta la vigilia del congresso. Oddati aveva
contestato gli elenchi degli iscritti e 17 circoli avevano comunicato
la volontà di restare chiusi. Ma la situazione si è ingarbugliata sabato
sera, quando Martina ha scritto di ritenere «opportuno il posticipo »
del congresso «a seguito delle valutazioni politiche emerse in ambito
nazionale ». Così il congresso era stato inizialmente rinviato di una
settimana. Ieri mattina, invece, Rossi ha replicato: «Pur rispettando le
motivazioni politiche che hanno indetto Martina ad assumere la
decisione di chiedere il rinvio, considerato che la comunicazione è
pervenuta a poche ore dall’apertura dei seggi e che le procedure
congressuali si sono svolte finora regolarmente, si conferma che i
congressi si svolgeranno regolarmente ». A quel punto, è scattata la
corsa contro il tempo per garantire lo svolgimento della consultazione.
Intanto, il numero dei circoli chiusi è aumentato, con il risultato che
neppure Costa è riuscito a votare perché il suo circolo di appartenenza,
nel quartiere Vomero, era sbarrato. L’ennesimo paradosso, per il Pd
napoletano senza pace.