lunedì 27 novembre 2017

pagina 99 24.11.2017
L’infelicità dei ragazzi è colpa dei social? 
Digitale | La psicologa Twenge torna sul potere nocivo degli smartphone: un nuovo studio dimostra che troppo tempo online aumenta i rischi di depressione


Gli smartphone hanno reso gli adolescenti americani più infelici e depressi? Qualche mese fa, in un lungo e approfondito articolo pubblicato su The Atlantic la docente di psicologia dell’università di San Diego, Jean M. Twenge, aveva spiegato come i teenager americani fossero nel pieno della loro peggiore crisi di salute mentale degli ultimi decenni e che questo era dovuto anche al tempo prolungato che trascorrono sui social media. L’articolo aveva suscitato numerose critiche da parte di coloro che sostengono che attribuire alla tecnologia un ruolo così determinante nella formazione della psiche di un ragazzino fosse non solo fuorviante ma privo di base scientifica. Gli studi di Twenge in realtà sono durati anni e sono molto documentati. Ora la psicologa torna sull’argomento con un articolo su The Conversation che conferma i risultati della precedente indagine. «In un nuovo paper pubblicato dalla Clinical Psychological Science, io e i miei colleghi (Thomas E. Joiner, Megan L. Rogers e Gabrielle N. Martin, ndr) abbiamo riscontrato un aumento della depressione, dei tentativi di suicidio e dei suicidi tra gli adolescenti di ogni background», scrive Twenge. I ragazzi della cosiddetta iGen – i nati dopo il 1995 – sono più esposti a problemi di salute mentale rispetto alla precedente generazione dei millennial. «Dopo aver analizzato numerose, approfondite statistiche sui teenager, ho riscontrato che tutte le ipotesi possibili risalivano a un unico grande cambiamento nella vita degli adolescenti: la rapida ascesa dello smartphone». I dati sulla crescita dell’uso degli smartphone e sull’aumento della diffusione della depressione tra gli adolescenti, precisa Twenge, procedono di pari passo, ma non solo. «Il tempo speso online è collegato a problemi di salute mentale in tutti i dati analizzati. Abbiamo riscontrato che gli adolescenti che trascorrono cinque o più ore al giorno online sono – nel 71% in più dei casi – esposti ad almeno un fattore di rischio per il suicidio (depressione, pensare al suicido, etc...) rispetto a quelli che vi trascorrono solo una o due ore al giorno». Più in generale, i fattori di rischio per il suicidio aumentano «significativamente dopo due o più ore online al giorno». Ma è lo stare online che genera depressione o è la depressione che spinge a trascorrere più tempo online? Twenge sostiene che diversi studi hanno dimostrato come il tempo eccessivo passato sui social media aumenti il senso di infelicità, mentre l’infelicità non sempre spinge a un maggiore utilizzo di queste piattaforme. In definitiva, dice la studiosa, se è vero che non può essere individuata una correlazione diretta tra la vita online e la salute mentale dei ragazzi, è altrettanto vero che un utilizzo prolungato dei social media «potrebbe danneggiarla in maniera indiretta, soprattutto se il tempo online riduce quello dedicato alle attività offline» e alle relazioni faccia a faccia.