pagina 99 11.18.2017
L’altra silicon valley
In Cina l’impresa tech è nelle mani delle donne
Amministratori delegati, direttori tecnici, direttori finanziari, responsabili ricerca e sviluppo software, oltre che capi della comunicazione, delle risorse umane, del marketing. Nell’universo tech cinese le donne stanno scalando i vertici aziendali a ritmi e livelli sconosciuti in altri Paesi. Sarah Lacy, giornalista tecnologica e combattiva direttrice di Pando, la rivista digitale che fa le pulci alla Silicon Valley, ha snocciolato i dati del fenomeno in un interessante articolo su The Atlantic. Lo studio è stato condotto dalla Silicon Valley Bank su un campione di circa 900 clienti tra Stati Uniti, Inghilterra e Cina. «Interrogate su quante donne avessero incarichi a livello C nelle loro società, il 54% delle aziende tech americane ha risposto “una o più”. Similarmente, il 53% nel Regno Unito ha risposto “una o più”. In Cina, circa l’80% ha risposto “una o più”». Se si guarda ai consigli di amministrazione, le differenze sono ancora più marcate. Il 34% delle imprese tech americane ha una o più donne nel proprio board, il 39% di quelle inglesi e ben il 69% di quelle cinesi. Nell’universo del venture capital le cose per le ragazze del Levante vanno persino meglio. Secondo Bloomberg, tra le prime dieci società statunitensi, le donne costituiscono il 10% dei soci investitori, e solo la metà ha almeno un investitore donna. In Cina, il 17% dei soci è donna e l’80% delle società ha almeno un investitore donna. «Il governo cinese dice che le donne hanno fondato il 55% delle nuove internet companies e più del 25% di tutti gli imprenditori sono donne», conclude Lacy. Il Sol del femminile.