La Stampa TuttoScienze 1.11.17
La flessibilità mentale
“E in futuro ci aiuteremo attivando i giusti circuiti”
di Gabriele Beccaria
Ex
bambina prodigio, Danielle Bassett, 36 anni, ha studiato fisica e si
dedica a ciò che la rende speciale tra miliardi di umani: il cervello.
Tanti lo studiano, visto che è l’organo più misterioso e controverso,
eppure lei riesce a farlo in modi inediti. Mentre lo indaga con
sofisticate formule matematiche, lo rappresenta anche con grafici
multidimensionali che hanno il fremito delle visioni artistiche.
Intreccia
astrazione e percezione, grazie a un team multidisciplinare alla
University of Pennsylvania, negli Usa, ed è sicura che non è lontano il
momento X: quello in cui ognuno di noi disporrà di un aiuto
personalizzato per migliorare le proprie prestazioni cognitive. Il che
vuol dire diventare più curiosi, svelti nei pensieri, pronti a imparare.
In definitiva, essere davvero creativi.
Qual è il segreto,
allora, professoressa? «È nella flessibilità mentale e nel saperla
incrementare». A farla sbocciare - risponde lei, inserita dalla rivista
“Popular Science” tra le 10 menti più brillanti della ricerca made in
Usa - sono le sempre mutevoli architetture dei neuroni. Per noi restano
insondabili, ma lei le strappa dall’invisibilità con la combinazione di
scanner cerebrali che «leggono» in diretta l’attivazione dei tessuti e
modelli teorici ricavati dalla teoria della complessità. «Quelle
strutture si trasformano negli anni e anche su tempi brevissimi. A volte
è questione di minuti, addirittura di secondi». Ogni età e ogni
individuo ha cronologie e logiche diverse. E le conseguenze sono
evidenti, a chiunque: modulandosi in interi network, il linguaggio
elettrico delle cellule ci rende più smart o più tonti, a seconda di
interazioni multiple.
I fattori in gioco sono tanti, ha
sottolineato a Torino giovedì scorso, alla consegna del Premio
Lagrange-Fondazione Crt 2017. «Sono legati alla fatica e al riposo, alle
ore del giorno, agli stili di vita. E non solo». Danielle Bassett
aggiunge che la plasticità biologica è così estesa che potremo
influenzarla sull’onda di desideri e necessità: con super-farmaci e
training specifici. Ma tenendo la «macchina dei pensieri» sotto
controllo e, quindi, non trascurando i necessari vincoli bioetici: se
deraglia oltre limiti geneticamente determinati, la flessibilità diventa
tutt’altro. Anche schizofrenia e follia.