La Stampa 9.11.17
“Gli Stati Uniti di Trump non considerano i grillini una minaccia”
L’ex fedelissimo: ma rispettino i valori occidentali
intervista di Paolo Mastrolilli
Gli
Stati Uniti non considerano un eventuale governo italiano guidato dal
Movimento 5 Stelle come una minaccia per le relazioni bilaterali, a
patto che «si impegni a rispettare i valori della civiltà occidentale». A
dirlo è l’ex vice assistente del presidente Trump, Sebastian Gorka, in
quella che rappresenta la prima apertura di credito americana verso i
grillini. Il messaggio però può avere una doppia lettura, perché se non
aderisse ai valori occidentali, M5S si metterebbe in rotta di collisione
con Washington.
Il Movimento 5 Stelle potrebbe vincerà le prossime elezioni italiane. Come giudica questa possibilità?
«Gli italiani devono decidere il loro governo».
Non vedreste questo risultato come una minaccia per la stabilità del paese e le relazioni bilaterali con gli Usa?
«Se
l’esecutivo si impegnerà a rispettare i valori della civiltà
occidentale, come democrazia rappresentativa, dignità individuale,
libertà, allora la Casa Bianca potrà lavorarci insieme».
Quale strategia suggerisce per stabilizzare il Nord Africa?
«Sviluppare le capacità delle forze dei governi locali. Le nazioni della regione devono potersi proteggere».
In Libia l’Italia ha sostenuto il governo Sarraj, dialogando con Haftar e le tribù locali. E’ la linea giusta?
«Il
problema in Libia è molto più acuto. E’ necessario vedere l’impegno
degli europei a mobilitare un considerevole numero di truppe per
stabilizzare il paese, prima che qualunque soluzione politica possa
essere negoziata».
Cosa sono disposti a fare gli Usa per fermare l’Isis in Libia?
«Il
presidente Trump non è un interventista. Userà la forza se necessario,
come ha fatto con Assad per le armi chimiche, ma non vuole vedere
migliaia di soldati americani schierati in un nuovo campo di battaglia.
Noi possiamo offrire leadership e intelligence, ma gli Europei devono
controllare il loro cortile».
Come dovremmo contenere le migrazioni nel Mediterraneo?
«La decisione tocca ai membri della UE, non all’America. Non siamo i poliziotti del mondo».
Diversi paesi europei, come Ungheria e Polonia, rifiutano di accettare quote di migranti. Hanno ragione a farlo?
«Ogni
nazione ha il diritto di decidere chi entra nel suo territorio,
altrimenti non è più sovrana. Se la Ue vuole restare una, deve
rispondere alle preoccupazioni di Ungheria e Polonia».
La sopravvivenza dell’Unione Europea è nell’interesse degli Usa?
«Solo se serve gli interessi e la sicurezza dei suoi popoli, e Bruxelles non mina i principi democratici».
La Ue deve continuare l’austerity, o promuvere la crescita?
«La
promozione della crescita non è il prodotto di magici segreti. Come la
curva di Laffer aveva previsto, e Reagan aveva dimostrato, la crescita
viene quando lo stato diminuisce le spese, abbassa le tasse e riduce le
regole per le imprese private».
Siete in favore del trattato commerciale TTIP con l’Europa?
«Come il presidente, favoriamo qualsiasi struttura che promuova il commercio libero e giusto».
La Russia può tenere la Crimea e le sanzioni vanno tolte?
«No. L’invasione è stata un oltraggio a tutti i principi delle moderne relazioni internazionali. Le sanzioni devono restare».
Difendere la Nato resta un interesse vitale degli Usa?
«L’articolo
5 della Nato rimane sacro come all’epoca della Guerra Fredda. La Russia
non minaccia l’Occidente come l’Urss, perché è molto più debole. Putin
però desidera chiaramente di destabilizzare i paesi vicini, e usa mezzi
molto aggressivi di sovversione politica e di propaganda contro tutte le
nostre nazioni. Perciò è una minaccia».