La Stampa 4.11.17
CasaPound
Nel Bresciano il primo sindaco fascista
E l’opposizione deve farla la Lega Nord
Il primo cittadino di Trenzano aderisce a Casapound Anni fa aveva vietato l’uso delle lingue straniere in pubblico
di Federico Gervasoni
A
Trenzano ci sono 5 mila abitanti, seicento stranieri e il primo sindaco
d’Italia dichiaratamente fascista. Anzi, dall’altro ieri iscritto a
CasaPound, il che fa di Andrea Bianchi, 39 anni, il primo sindaco in
Italia del movimento di estrema destra. Con un’amministrazione che
governa una sorta di quadrilatero del mattone dove la sinistra è
semplicemente scomparsa e l’opposizione «antifascista», paradosso nei
paradossi, tocca farla alla Lega Nord, unico partito dichiaratamente
ostile al «podestà» Bianchi.
Un tipo, per dire, che un po’ di anni
fa emise un’ordinanza con la quale si vietava l’uso delle lingue
straniere nei ritrovi pubblici. Uno schiaffo alla comunità di stranieri
che rappresenta oltre il 10 per cento della popolazione del comune e
vive e lavora nelle fabbriche del circondario. Perché qui la gente si
divide tra fabbriche e cantieri. Al mattino batterie di carpentieri si
ritrovano al bar per un saluto prima di partire verso i cantieri di
Milano. Gente tosta, cresciuta a salame e calcestruzzo ma con poca
voglia di parlare. Con la chiesa in centro dove tutti i giorni si
celebra messa e dall’altra parte le vetrine lucide di negozi, sono in
pochi a prendere posizione sulla decisione del primo cittadino. Molti
preferiscono il silenzio, altri addirittura ignorano di conoscere la
vicenda, come se nemmeno li riguardasse.
Nella provincia di
Brescia i paradossi politici sono molti: a Mura in Val Sabbia per
esempio ci sono tre consiglieri comunali orgogliosamente fascisti e
vicini a posizioni naziste, mentre a Trenzano dove sinistra e Partito
democratico nemmeno esistono, la Lega Nord sta addirittura
all’opposizione. «Il nostro è un movimento di base antifascista perciò
siamo molto contrari alla decisione presa dal primo cittadino», commenta
Angelo Giacomelli, segretario del Carroccio locale e consigliere
comunale. D’altra parte da quando Bianchi si è insediato, ovvero nel
2008, in paese nemmeno si festeggia più il 25 Aprile, Festa della
Liberazione. Nato a Milano, Bianchi vive a Trenzano da quando era
bambino. Dapprima eletto nel 2008 con Forza Italia e Lega Nord, nel 2013
si è presentato con la lista di centrodestra «Azione civica». Bianchi
già quest’estate era salito agli onori della cronaca per alcuni commenti
inneggianti al fascismo su Facebook. Nel 2015, dopo aver partecipato a
una manifestazione organizzata in paese da Forza Nuova, scelse di
sfogare la sua rabbia con un post su Facebook: «Sconcertato per
intimidazioni ricevute da un paio di funzionari dello Stato... Ma non ho
ceduto. Stato di merda, antifascisti!». Sconcerto? Scandalo? Macché. «A
me importa soltanto che l’amministrazione faccia il bene per i suoi
abitanti - risponde in dialetto Alessandro, le mani ancora impastate di
malta-. Le polemiche inutili sul Duce tenetevele per voi». Sul caso
intanto è intervenuta la sezione provinciale del Pd chiedendo che le
altre forze di centrodestra prendano le distanze da Bianchi: «Trenzano e
i suoi cittadini non meritano di essere accostati per un solo membro ai
fascisti di CasaPound».