sabato 4 novembre 2017

Corriere 4.11.17
Pasta in regalo e ordine
Nel degrado di Ostia la scalata di CasaPound per superare i dem
di Goffredo Buccini

Più delle idee, tira il pacco di pasta. «So’ fascisti? Embè? Voj o prova’… Avemo provato i comunisti, ‘a democrazia (cristiana, ndr ), mo’ voto lui», sbotta in video la vecchina stringendo la busta del supermercato appena avuta in dono. E indica «lui» (elle minuscola, per ora): Luca Marsella, camerata del Terzo Millennio, benefattore di questi tempi grami. A Ostia va così. Mentre tutti gli sguardi sono rivolti alla Sicilia, i giovanottoni di CasaPound hanno messo (quasi) in archivio le risse, al collo una cravatta e in testa un sogno: sorpassare domani il Pd nel X Municipio di Roma, quello del litorale, popoloso quasi quanto Venezia. Inseguirebbero, poi, anche un miraggio: andare al ballottaggio con i grillini, che qui hanno preso il 43 per cento alle Comunali ma sarebbero a picco nei sondaggi. Stessi sondaggi che danno CasaPound al 10: secondo i dem, fasulli. Stefano Esposito, commissario pd dopo che il Municipio e il partito caddero sotto gli scandali, va invece oltre: «Per me stanno fra il 12 e il 13 per cento, con bassa affluenza possono fare un grosso risultato». La bassa affluenza è probabile, i romani sono nauseati. «Nel mio partito mi dicevano che andavo troppo duro contro la mafia dei Fasciani e degli Spada, ho subìto critiche feroci. Ecco il risultato. Guardi bene il travaso che ci sarà da M5S a CasaPound». L’esito finale si decide col voto di protesta in libera uscita. Tuttavia, se il primo partito non ex o post ma dichiaratamente fascista si piazzasse davvero sopra gli eredi del Pci in uno dei quartieri più popolari della Capitale, già «la storia cambierebbe», dice Marsella. La sinistra collabora, suicida come sempre: di qua, giovanissimi dem con un candidato politicamente preistorico (Athos De Luca), di là un prete rosso (don Franco De Donno) che voleva i voti pd ma non il simbolo; risultato: ognun per sé. Il centrodestra tira, la Meloni ieri è arrivata a far campagna, preceduta da tre trombe d’aria sul lungomare sfregiato dai balneari. Ma non deve sfuggirle un rischio: che se si tratta di sbaraccare mercatini bengalesi, spaventare rom e occupare case popolari, beh, i diseredati di piazza Gasparri e dintorni scelgano la versione più ruspante ed efficace. Patrizia Amici, per esempio, da trent’anni accampata in un negozio occupato e riadattato ad alloggio, lo dice chiaro perché vota Marsella: «Voglio mettere al muro gli extracomunitari che ci fregano le case», amen. È invalida al 70 per cento, suo marito al 100 per cento, nel loro «basso» si muore di freddo. Altrove si muore d’inedia. CasaPound riempie stomaci e cuori: forse non del tutto gratis. La scena dei pacchi alimentari, distribuiti nella sede di via Pucci Boncambi,ricorda assai da vicino la Napoli del dopoguerra. Ma i fascisti del Terzo Millennio non colgono quest’eco di laurismo 2.0, tanto che le immagini delle vecchine grate e affamate sono esposte sulla pagina Facebook di Marsella come medaglie. «Noi aiutiamo il nostro popolo 365 giorni l’anno, non solo in campagna elettorale!», proclama lui: «Ogni mese da due anni diamo pacchi alimentari a 200 famiglie: italiane». David Zambrini, «ex scout allevato da don Di Liegro» e convertito alla nuova rivoluzione fascista, giura che la metà di chi prende i pacchi sia fatta di «compagni che non ci voteranno mai» e un’altra parte da chi «non può proprio votare, per... problemi penali». Tuttavia, il confine tra penale e politico nel rettangolo di paura di Ostia Nuova appare sottile. La toponomastica è segnata da omicidi, spaccio, beni sequestrati dall’antimafia, una scia dalla Banda della Magliana a oggi. Al bar Music, ritrovo degli Spada, dicono che CasaPound, oggi, «va fortissima, per fortuna». Gli Spada comandano, soprattutto ora che la stella dei Fasciani è stata oscurata da molti arresti. Roberto, fratello del capofamiglia «Romoletto», tifava Cinque Stelle alle scorse elezioni ma adesso s’è dichiarato con un fragoroso post in favore di Marsella. Un’imbarazzante serie di interviste e talk show non è servita a una presa di distanza netta. Del resto non dev’essere semplice pretendersi risolutivi nei casermoni Ater qui attorno e mandare al diavolo una famiglia che in quei casermoni governa tanto da «sfrattare» inquilini legittimi, alla bisogna. E qui Marsella funziona solo se, come mister Wolf, risolve. Su via Baffigo, la strada dello Skate Park chiuso e bruciato, del teatro Fara Nume incendiato e della palestra abusiva sigillata a agli Spada, la bionda Marialuisa lo blocca: «Ti voto per le idee, ovvio. Però l’olio d’oliva non me l’hai più dato...». Il risultato di domani notte sarà il grido di dolore delle periferie d’Italia: qualcuno, oltre ai ragazzi venuti dal passato, provi ad ascoltarlo prima che sia troppo tardi.