giovedì 30 novembre 2017

La Stampa 30.11.17
Giallo allo Ior, cacciato il numero 2
Licenziato in tronco Mattietti, aggiunto del direttore generale, da vent’anni in Vaticano
La Santa Sede: “Finita la fiducia”. Dubbi sulle cause, non ci sarebbero collegamenti con Vatileaks
di Andrea Tornielli

Non c’è pace per le finanze vaticane, anche se questa volta l’uscita di scena di un alto dirigente dello Ior sembra essere un licenziamento per un grave errore commesso senza risvolti penali vaticani né italiani. Il vicedirettore dell’Istituto per le Opere di Religione Giulio Mattietti, «aggiunto» al direttore generale Gianfranco Mammì e nominato insieme a lui dal board nel 2015 con il placet papale è stato licenziato in tronco.
Lunedì scorso Mattietti ha dovuto lasciare il suo ufficio, ma non è stato scortato alla porta dai gendarmi vaticani o dalle guardie svizzere: ad accompagnarlo all’uscita dallo Stato più piccolo del mondo sono stati infatti alcuni colleghi, in segno di amicizia. Le ragioni del provvedimento sono ignote, ma evidentemente si è trattato di qualcosa di grave, tale da giustificare un licenziamento.
La vicedirettrice della Sala Stampa della Santa Sede ha confermato il provvedimento: «L’aggiunto del Direttore generale dell’Istituto per le Opere di Religione ha cessato il suo servizio lunedì 27 novembre». Nei giorni precedenti era stato licenziato anche un altro dipendente dello Ior, ma la chiusura dei due contratti di lavoro con relativi allontanamenti non sono collegati tra loro.
«Si tratta di una normale attività di gestione d’impresa: è venuta meno la fiducia, e in questi casi, trattandosi di un dirigente di alto livello che ha un certo tipo di contratto, si procede in questo modo, come avviene in qualunque impresa - spiegano alla “Stampa” fonti vicine all’Istituto - Non è vero che l’ex “aggiunto” è stato accompagnato ai cancelli dai gendarmi». Allo Ior ci tengono a far sapere che «questi provvedimenti vengono presi con trasparenza, e senza compromessi, ma che rientrano nei normali rapporti contrattuali all’interno di un’impresa. Chi sbaglia paga», e paga subito, anche in quella che viene impropriamente definita la banca vaticana: «Sono decisioni che vanno prese a tutela di tutti» dicono Oltretevere. Quanto al licenziamento dell’altro dipendente, «c’è stata soltanto una vicinanza di calendario, una pura casualità, ma non esiste alcun collegamento tra le due posizioni».
Da quanto si apprende la decisione non sarebbe in alcun modo collegata né alle vicende che hanno portato lo scorso giugno alla clamorosa uscita di scena del nuovo Revisore generale Libero Milone, né più in generale alle vicende di Vatileaks. E sul caso non sono state aperte inchieste né da parte della magistratura vaticana, né da parte di quella italiana.
Dopo aver conseguito la laurea in Fisica, Giulio Mattietti si è specializzato all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). All’inizio degli anni Novanta ha iniziato come consulente nell’Information technology per i provider di Microsoft, Borland e successivamente anche Ibm Italia. Nel 1997 il suo esordio allo Ior come sviluppatore e project manager. Al momento della nomina ad «aggiunto» di Mammì era dunque anche lui, come il nuovo direttore, un «interno» all’Istituto.
Non si può certo dire che la storia anche recentissima dello Ior sia stata avara di colpi di scena: subito dopo l’elezione, Papa Francesco si è trovato a fare i conti con l’inchiesta della magistratura italiana nei confronti del direttore Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli, condannati nel febbraio scorso per violazione delle norme antiriciclaggio. È a tutti noto l’avvicendamento turbinoso di presidenti alla guida dell’Istituto - da Angelo Caloia, finito sotto inchiesta della magistratura vaticana, ad Ettore Gotti Tedeschi defenestrato nel maggio 2012, per arrivare ad Ernst von Freyberg e quindi all’attuale Jean-Baptiste de Franssu. Una svolta è stata certamente segnata dalla nomina del direttore Mammì. Ma evidentemente le difficoltà interne non erano finite.