La Stampa 29.11.17
Il “Grasso day”
Pronta la discesa in campo contro il Pd
di Marcello Sorgi
Pietro
Grasso ci sarà. Non lo ha ancora annunciato perché domani l’aula di
Palazzo Madama darà via libera alla legge di stabilità e fino a quel
momento il presidente del Senato vuol essere sicuro del risultato e non
vuol dar pretesti per polemiche politiche. Ma da domenica 3 dicembre,
quando interverrà all’assemblea di Mdp, Sinistra italiana e Possibile,
Grasso, ufficializzando la scelta che in cuor suo ha maturato da tempo,
diventerà candidato - il candidato numero uno, verrebbe da dire - della
lista di sinistra avversaria di Renzi e del Pd.
Laura Boldrini
invece non andrà all’assemblea. In parte per le stesse ragioni che hanno
convinto Grasso a ritardare il suo annuncio fino alla vigilia: la legge
di stabilità licenziata dal Senato infatti arriverà alla Camera e ci
resterà un paio di settimane, per essere discussa, emendata, approvata e
infine rispedita al Senato per il voto finale. E anche Boldrini è
consapevole che in questi giorni il suo principale dovere è assicurare
che l’iter parlamentare proceda senza intoppi. Ma non è affatto escluso
che dopo quest’adempimento anche la presidente della Camera decida di
candidarsi con il pezzo di sinistra che ha Renzi come nemico. L’ipotesi
di una sua candidatura con Pisapia e Campo progressista, che sembrava
più concreta prima della pausa estiva, quando l’iniziativa dell’ex
sindaco di Milano puntava ancora a federare tutto il centrosinistra
rimasto fuori dal Pd, sembra ormai sfumata. E per Boldrini il richiamo
della sinistra radicale, vendoliana, che l’aveva eletta la prima volta
alla Camera, potrebbe rivelarsi decisivo.
A differenza di Grasso,
che a chi glielo ha chiesto ha spiegato che si è sentito spinto fuori
dal Pd dalle scelte del vertice renziano - ultima, far votare un testo
fotocopia della legge elettorale, senza consentire un minimo di
dibattito al Senato -, Boldrini non è stata tirata di qua e di là, né ha
avuto il problema di rompere con il Pd, dato che non ne aveva mai fatto
parte. I suoi vecchi compagni domenica vorrebbero anche lei
all’assemblea che darà il via alla campagna elettorale. Ma è
comprensibile che lei mantenga le sue riserve, per il dovere
istituzionale che la aspetta e perché è chiaro che quello sarà il
«Grasso day», la star del giorno sarà il suo dirimpettaio di Palazzo.
Così alla fine i due presidenti delle Camere saranno candidati
dell’opposizione. A meno che, ma sarebbe davvero una sorpresa, Renzi, e
non solo Pisapia, trovi il modo per bussare alla porta della Boldrini.