Corriere 9.11.17
La Cosa rossa è pronta, Grasso sarà il leader Il logo? Senza «Sinistra»
Il vertice al Senato. Sul nome i paletti di D’Alema
di Alessandro Trocino
ROMA
Non ci saranno candidati alternativi all’assemblea di domenica, indetta
da Articolo Uno-Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Tutti insieme
proporranno come leader quello che Massimo D’Alema considera «un valore
aggiunto importante», «una grande personalità che gode di rispetto, è
autorevole e sa comandare». Ovvero Pietro Grasso, presidente del Senato.
Che ieri ha incontrato a Palazzo Giustiniani i tre segretari delle
formazioni che domenica all’«Atlantico Live» di Roma lanceranno la nuova
proposta politica, Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Roberto
Speranza (Mdp) e Pippo Civati (Possibile).
Non si sa ancora se
Grasso sarà votato o eletto per acclamazione, ma ormai la sua leadership
a sinistra sembra sicura. Domenica non si parlerà ancora del simbolo
(bisognerà aspettare probabilmente fino a Natale), mentre ancora si sta
discutendo del possibile nome della nuova formazione. Tra i più
accreditati ci sono «Italia progressista», «Futura», «La sinistra» e
«Libertà e uguaglianza».
«Liberi e uguali» non dispiacerebbe a
Pippo Civati, come spiega a Un giorno da pecora : «Soprattutto il
riferimento all’uguaglianza a me piace molto. Quindi sì, sarebbe un bel
nome». D’Alema, invece, a testimonianza del fatto che la scelta del nome
non è solo simbolica ma ha un’importanza tutta politica, spiega: «Come
si chiamerà non lo so, lo decideranno in queste ore altri. Ma la parola
sinistra non ci sarà. Ci sono state 151 assemblee con 45 mila persone,
la maggior parte non inquadrate in nessun movimento. Il processo ha
visto una partecipazione larga, dal basso, con una piattaforma ampia. La
parola sinistra non rende l’idea. È un’audience più larga, per usare un
linguaggio televisivo».
Non si tira indietro, invece, D’Alema,
all’idea di candidarsi: «Io sono stato parlamentare sempre e soltanto
del Salento. E se i miei elettori mi vorranno candidato, sarò
disponibile». Il lìder Maximo non contempla la falsa modestia nel suo
armamentario: «Io sono sempre stato candidato in un collegio
uninominale. E ho sempre vinto, in un collegio, quello di Gallipoli,
dove la sinistra aveva sempre perso».
Pier Luigi Bersani è
soddisfatto e spiega che il «3 dicembre metteremo in moto un percorso
nuovo, una sinistra plurale e civica che proporrà al Paese di ridurre le
disuguaglianze». Margini per un’intesa con il Partito democratico,
ormai, non ce ne sono più: «Quelli che votano noi non votano Pd. Se lo
scordino. Il Pd a traino renziano è stato rifiutato più volte». Quanto
al voto utile, «sarà con chi non va con la destra». Anche se, ammette
Bersani, «con questa legge elettorale balorda, ci sono tutti i rischi
che si vada di nuovo alle elezioni in estate».
La presidente della
Camera Laura Boldrini, intanto, prova a frenare le voci su una sua
discesa in campo, come spiega un comunicato stampa di Montecitorio: «Sui
quotidiani degli ultimi giorni sono apparse supposizioni e presunte
notizie circa la futura collocazione politica di Laura Boldrini. La
presidente della Camera ricorda che è in arrivo a Montecitorio un
provvedimento importante, complesso e delicato come la legge di
Bilancio. Fino alla conclusione dell’esame — che impegnerà Commissioni e
Aula nelle prossime settimane — si atterrà esclusivamente ai suoi
doveri istituzionali. Solo successivamente farà conoscere le sue scelte
rispetto alle prossime elezioni».