mercoledì 29 novembre 2017

Corriere 9.11.17
La Cosa rossa è pronta, Grasso sarà il leader Il logo? Senza «Sinistra»
Il vertice al Senato. Sul nome i paletti di D’Alema
di Alessandro Trocino

ROMA Non ci saranno candidati alternativi all’assemblea di domenica, indetta da Articolo Uno-Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Tutti insieme proporranno come leader quello che Massimo D’Alema considera «un valore aggiunto importante», «una grande personalità che gode di rispetto, è autorevole e sa comandare». Ovvero Pietro Grasso, presidente del Senato. Che ieri ha incontrato a Palazzo Giustiniani i tre segretari delle formazioni che domenica all’«Atlantico Live» di Roma lanceranno la nuova proposta politica, Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Roberto Speranza (Mdp) e Pippo Civati (Possibile).
Non si sa ancora se Grasso sarà votato o eletto per acclamazione, ma ormai la sua leadership a sinistra sembra sicura. Domenica non si parlerà ancora del simbolo (bisognerà aspettare probabilmente fino a Natale), mentre ancora si sta discutendo del possibile nome della nuova formazione. Tra i più accreditati ci sono «Italia progressista», «Futura», «La sinistra» e «Libertà e uguaglianza».
«Liberi e uguali» non dispiacerebbe a Pippo Civati, come spiega a Un giorno da pecora : «Soprattutto il riferimento all’uguaglianza a me piace molto. Quindi sì, sarebbe un bel nome». D’Alema, invece, a testimonianza del fatto che la scelta del nome non è solo simbolica ma ha un’importanza tutta politica, spiega: «Come si chiamerà non lo so, lo decideranno in queste ore altri. Ma la parola sinistra non ci sarà. Ci sono state 151 assemblee con 45 mila persone, la maggior parte non inquadrate in nessun movimento. Il processo ha visto una partecipazione larga, dal basso, con una piattaforma ampia. La parola sinistra non rende l’idea. È un’audience più larga, per usare un linguaggio televisivo».
Non si tira indietro, invece, D’Alema, all’idea di candidarsi: «Io sono stato parlamentare sempre e soltanto del Salento. E se i miei elettori mi vorranno candidato, sarò disponibile». Il lìder Maximo non contempla la falsa modestia nel suo armamentario: «Io sono sempre stato candidato in un collegio uninominale. E ho sempre vinto, in un collegio, quello di Gallipoli, dove la sinistra aveva sempre perso».
Pier Luigi Bersani è soddisfatto e spiega che il «3 dicembre metteremo in moto un percorso nuovo, una sinistra plurale e civica che proporrà al Paese di ridurre le disuguaglianze». Margini per un’intesa con il Partito democratico, ormai, non ce ne sono più: «Quelli che votano noi non votano Pd. Se lo scordino. Il Pd a traino renziano è stato rifiutato più volte». Quanto al voto utile, «sarà con chi non va con la destra». Anche se, ammette Bersani, «con questa legge elettorale balorda, ci sono tutti i rischi che si vada di nuovo alle elezioni in estate».
La presidente della Camera Laura Boldrini, intanto, prova a frenare le voci su una sua discesa in campo, come spiega un comunicato stampa di Montecitorio: «Sui quotidiani degli ultimi giorni sono apparse supposizioni e presunte notizie circa la futura collocazione politica di Laura Boldrini. La presidente della Camera ricorda che è in arrivo a Montecitorio un provvedimento importante, complesso e delicato come la legge di Bilancio. Fino alla conclusione dell’esame — che impegnerà Commissioni e Aula nelle prossime settimane — si atterrà esclusivamente ai suoi doveri istituzionali. Solo successivamente farà conoscere le sue scelte rispetto alle prossime elezioni».