La Stampa 12.11.17
La tempesta che travolge il patriarcato
di Francesca Sforza
Può
accadere che i quadri si stacchino dal muro in cui erano rimasti appesi
per decenni. E quando accade, proprio in ragione della loro passata e
rassicurante immobilità, si tende a pensare che sia accaduto
«all’improvviso», «senza una vera ragione», o si tende a individuare il
responsabile in «quell’inaspettato colpo di vento».
In realtà quel
quadro era instabile da anni, anche se da fuori non sembrava: poi
certo, se non ci fosse stato quel colpo di vento il quadro avrebbe
resistito un altro po’, ma prima o poi, non c’è dubbio, sarebbe comunque
caduto.
Non è molto diverso quanto sta accadendo sul fronte delle
accuse di molestie sessuali, che giorno dopo giorno investono nuovi
nomi dello sport della politica dello spettacolo, in una sorta di
caotico e sempre più indecifrabile poltergeist. Dietro ci sono decenni
di soprusi vissuti nel silenzio, di donne colpevolizzate per essersi
vestite in un modo anziché in un altro, per aver esagerato con alcol o
droghe, per aver sbagliato orario, e di infinite variazioni sul tema
«stai attenta a non metterti nei guai», «l’hai provocato», «occhi bassi»
e via dicendo.
Adesso che il patriarcato sta scricchiolando -
perché le donne sono più emancipate, ma anche perché le loro ricette si
rivelano più funzionali in un numero sempre maggiore di ambiti - ecco
che quel sovraccarico di violenze accumulate diventa insostenibile, e si
rovescia in maniera inevitabilmente scomposta. Non aspettiamoci
educazione, in questa fase, né rispetto o attenzione per conclamati
meriti e virtù. Sono in molti, in queste ore, a temere di veder saltare
in aria carriere e annate di rispettabili apparenze, così come sono
state molte, in passato, le ragazze e le donne costrette a cedere a
ricatti (chi ha avuto la forza di dire no è perché se lo poteva
permettere, anche soltanto grazie al fatto di essere stata più amata e
per questo aver raggiunto una maggiore considerazione di sé). Non è
escluso che si registreranno ingiustizie, e forse più d’uno sarà
rovinato senza colpa, trovandosi così a condividere lo stesso destino di
quelle vittime di violenza che pure, di colpa, non ne avevano alcuna.
Quando la furia giacobina sarà passata - presto, ci auguriamo, e senza
troppi danni, ma è bene non farsi illusioni al proposito - ci attenderà
il compito di rimettere a posto la sconquassata casa della relazione
uomo-donna. Si tratterà di studiare codici seduttivi diversi rispetto al
passato, di immaginare narrative più egualitarie e non per questo meno
amorose. Si potrebbe farlo insieme, uomini e donne.