Corriere 12.10.17
Brizzi si difende e minaccia querele Asia Argento: «Non ci fai paura»
Il regista romano smentisce le accuse di molestie. Il legale: «Solo ipotetiche segnalazioni»
di Giovanna Cavalli
ROMA
Nessuna molestia, mai. Il regista Fausto Brizzi, che sussurri, sospetti
e veleni tra addetti ai lavori e social network avrebbero indicato come
il Weinstein italiano, ovvero il «regista romano e quarantenne» che
secondo un’inchiesta delle Iene avrebbe sottoposto le sue attrici a
ripetuti e pesanti approcci sessuali non graditi, isolato nella sua casa
all’Aventino, si affida a un avvocato di fiducia, Antonio Marino, e
respinge le accuse infamanti, derubricandole a «ipotetiche segnalazioni
fatte da persone di cui non viene precisata l’identità».
Nessuna
in effetti ha mai fatto esplicitamente il suo nome, non ancora,
perlomeno, anche se per stasera la trasmissione di Italia Uno promette
nuove rivelazioni. «Mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non
consenzienti o condivisi», sostiene il regista, scrittore e
sceneggiatore, e stavolta non è il sequel del suo Femmine contro maschi .
Nel comunicato inoltre smentisce anche la voce secondo la quale aveva
dato mandato «per trattare il risarcimento in favore di presunte
vittime» e minaccia di querelare «chiunque affermi il contrario»,
ammette però di aver sospeso la propria attività «in via precauzionale,
per evitare strumentalizzazioni».
Non sembra credergli Asia
Argento che su Twitter provoca così: «Querelaci tutte! Non ci fai
paura!». Giorgia Ferrero invece, una delle tre attrici (le altre erano
Giovanna Rei e Tea Falco che ora risponde: «Non ho più niente da dire»)
intervistate nel primo servizio della Iena Dino Giarrusso, conferma che
«non parlavo affatto di Brizzi e mi dispiace che sia venuto fuori il suo
nome».
Il mittente di una lunga catena di messaggi pecorecci,
compresa richiesta di foto intime, sarebbe un regista napoletano sui
cinquanta. «Famoso, sì. Ho dovuto pure smentire che si trattasse di
Paolo Sorrentino, visto che ho avuto una particina ne La grande bellezza
. Ma è il sistema che è marcio, questi mostri giocano con i nostri
sogni, le nostre povere illusioni. Sanno che siamo fragili, che non
siamo tutti premi Oscar e magari non lavoriamo da mesi e che una loro
parola ti può cambiare la vita ed è questa la peggiore umiliazione».