lunedì 6 novembre 2017

internazionale 3.11.2017
Replicanti troppo umani 
Blade runner 2049 immagina il capitalismo post-umano. Ma affronta questioni cruciali in modo falso e conservatore
di Slavoj Žižek, Los Angeles Review of Books, Stati Uniti


Attenzione, questo articolo contiene spoiler. Qual è il rapporto tra il capitalismo e la prospettiva della postumanità? Di solito si postula che il capitalismo sia storico e la nostra umanità sia più basilare, perfino astorica. Eppure stiamo assistendo a un tentativo d’integrare nel capitalismo il passaggio alla post-umanità: è a questo che puntano gli sforzi dei nuovi guru miliardari come Elon Musk. La loro previsione che il capitalismo “come lo conosciamo” si stia avvicinando alla fine si riferisce al capitalismo “umano”, e il passaggio di cui parlano è quello a un capitalismo “post-umano”. Il tema è affrontato da Blade runner 2049. Nel 2049 i replicanti, realizzati con la bioingegneria, sono integrati nella società come servi e schiavi. K, un nuovo modello di replicante obbediente, dà la caccia ai replicanti obsoleti e disobbedienti. Ha una fidanzata olografica, Joi, un prodotto dell’intelligenza artificiale creato dalla Wallace Corporation. Le indagini su un movimento per la libertà dei replicanti portano K in una fattoria dove trova i resti di una replicante morta di parto. K lo trova allarmante perché considerava impossibile la gravidanza di una replicante. Il fatto che due replicanti (cioè Deckard e Rachael di Blade runner) abbiano concepito un essere umano, con un sistema umano, è un evento traumatico, celebrato da alcuni come un miracolo ed esecrato da altri come un pericolo. Il problema è la riproduzione o è il sesso, cioè la sessualità nella sua forma umana? L’immagine della sessualità nel ilm è standard: l’atto sessuale è mostrato dalla prospettiva maschile. La donna androide è ridotta a supporto per la donna olografica, Joi, creata per servire l’uomo. Il ilm si limita a estrapolare la tendenza, in espansione, delle bambole sempre più perfette. Come scrive Bryan Appleyard, “l’amore a senso unico può essere l’unica storia romantica del futuro”. La forza di questa tendenza sta nel fatto che in realtà non introduce niente di nuovo: si limita ad attualizzare la tipica procedura maschile di ridurre la partner a un supporto della propria fantasia. Il ilm evita anche di esplorare la differenza (potenzialmente antagonista) tra gli androidi “veri” e quelli che sono soltanto proiezioni olografiche: perché, nella scena di sesso, la donna androide non si oppone a essere ridotta a supporto materiale della fantasia maschile? Gli androidi e Il capitale Il ilm presenta un’ampia serie di modalità di sfruttamento e da un punto di vista marxista tradizionale sorgono strani interrogativi: se gli androidi fabbricati lavorano, si può ancora parlare di sfruttamento? Il loro lavoro produce valore che eccede il loro stesso valore in quanto merci e quindi diventa un plusvalore per i loro padroni? Bisognerebbe notare che l’idea di accrescere le capacità umane per creare lavoratori perfetti o soldati post-umani ha una lunga storia nel novecento. Alla fine degli anni venti, Stalin finanziò il progetto “uomo-scimmia” proposto dal biologo Ilja Ivanov. L’idea era che accoppiando umani e scimmie si poteva creare un lavoratore perfetto e un soldato insensibile al dolore, alla stanchezza e al cibo scadente. Nel suo spontaneo sessismo e razzismo, Ivanov cercò di far accoppiare uomini con scimmie femmine, e in più usò uomini originari del Congo perché si riteneva che fossero geneticamente più simili alle scimmie: il Cremlino finanziò una costosa spedizione in Congo. I suoi esperimenti fallirono, e Ivanov venne liquidato. Anche i nazisti usarono sistematicamente droghe per accrescere la forma fisica dei loro soldati d’élite, e l’esercito statunitense attualmente sta sperimentando mutazioni genetiche e farmaci per rendere i soldati superesistenti. Nel campo della fiction, nell’elenco andrebbero inclusi anche gli zombie. I ilm horror ripropongono la differenza di classe come differenza tra vampiri e zombi: i vampiri sono eleganti e aristocratici, si confondono con le persone normali, mentre gli zombi sono goffi, apatici, sporchi e attaccano l’umanità dall’esterno, come una rivolta primitiva degli esclusi. Zombi e classe operaia venivano chiaramente equiparati nel film del 1932 L’isola degli zombies di Victor Halperin. Non ci sono vampiri in questo film, ma non a caso il malvagio che controlla gli zombi è interpretato da Bela Lugosi, che era diventato famoso nel ruolo di Dracula. L’isola degli zombies si svolge ad Haiti, il luogo della più famosa rivolta degli schiavi. Lugosi riceve un altro proprietario terriero e gli mostra la sua fabbrica di zucchero, dove gli operai sono zombi che, come spiega Lugosi, non si lamentano delle lunghe ore di lavoro, non vogliono i sindacati, non scioperano. Contrariamente alla formula standard in cui l’eroe si considera una persona normale e poi scopre di essere un personaggio eccezionale, in Blade runner 2049 K crede di essere il personaggio speciale che tutti stanno cercando, ma poi si rende conto di essere un semplice replicante ossessionato da un’illusione di grandezza, e quindi alla fine si sacrifica per Stelline, il vero personaggio eccezionale che tutti cercano. La figura enigmatica di Stelline ha un ruolo cruciale. È la vera figlia di Deckard e Rachael (frutto della loro copulazione): una figlia umana di replicanti, che capovolge il processo dei replicanti fabbricati dall’uomo. Stelline vive nel suo mondo isolato, i suoi contatti con la realtà sono limitati all’universo virtuale generato da macchine digitali, quindi si trova nella posizione ideale per diventare una creatrice di sogni (lavora come free lance, programmando falsi ricordi da impiantare nei replicanti). Di conseguenza, Stelline esemplifica l’assenza (o piuttosto l’impossibilità) di una relazione sessuale, che lei sostituisce con un ricco tessuto fantasmatico. Non sorprende che la coppia creata alla fine del ilm non sia la coppia sessuale standard ma una coppia asessuale padre e figlia. È per questo che le immagini inali del ilm sembrano così familiari e allo stesso tempo strane: K si sacrifica un po’ come Cristo per creare una coppia, ma formata da padre e figlia. Emarginati per chi? Questa riunione ha una forza redentrice? oppure dovremmo leggere la fascinazione per questa riunione sullo sfondo del sintomatico silenzio del ilm sugli antagonismi tra umani nella società che dipinge: qual è la posizione delle “classi inferiori” umane? Il ilm rende bene l’antagonismo che attraversa la classe dirigente del nostro capitalismo globale: quello tra lo Stato e i suoi apparati (impersonati dal tenente Joshi) e le grandi multinazionali (impersonate da Wallace) che perseguono il progresso spingendolo fino al suo fondo autodistruttivo. Anche se Wallace è un vero umano agisce già da inumano, un androide accecato dal desiderio, mentre Joshi difende l’apartheid, la rigorosa separazione tra umani e replicanti. La sua tesi è che se non ci fosse questa separazione trionferebbero la guerra e la disintegrazione. E allora non dovremmo, relativamente a Blade Runner 2049, integrare la famosa definizione del Manifesto del partito comunista, aggiungendo che anche “l’unilateralità e la meschinità sessuali diventano sempre più impossibili”, che anche nel campo delle pratiche sessuali “tutto ciò che è solido svanisce nell’aria, ogni cosa sacra viene profanata”, tanto che il capitalismo tende a rimpiazzare l’eterosessualità normativa standard con una proliferazione di identità e/o orientamenti instabili e mutevoli? L’odierna celebrazione di “minoranze” ed “emarginati” è la posizione della maggioranza dominante, e perfino i sostenitori dell’alt-right che lamentano il terrorismo del politicamente corretto liberale si presentano come protettori di una minoranza minacciata. oppure pensate a chi attacca il patriarcato come se fosse ancora una posizione egemonica, ignorando ciò che Marx ed Engels scrissero più di centocinquant’anni fa nel primo capitolo del Manifesto del partito comunista: “La borghesia, ovunque ha avuto il sopravvento, ha posto fine a tutte le relazioni feudali, patriarcali, idilliche”. Per non parlare della prospettiva di nuove forme di post-umanità androide (geneticamente o biochimicamente manipolata) che faranno crollare la stessa separazione tra umano e inumano. E allora perché la nuova generazione di replicanti non si ribella? I vecchi replicanti si erano ribellati perché credevano che i loro ricordi fossero reali e nel momento in cui avevano dovuto ammettere di sbagliarsi hanno avvertito l’alienazione. I nuovi replicanti sanno in dall’inizio che i loro ricordi sono falsi, perciò non sono mai ingannati, e così sono resi schiavi più dell’ideologia che della semplice ignoranza di come funziona. I replicanti di nuova generazione sono privi dell’illusione di ricordi autentici, di tutto il contenuto sostanziale del loro essere, e quindi sono ridotti al vuoto della soggettività, vale a dire, al puro status proletario del substanziose Subjektivität. E allora il fatto che non si ribellino significa che la ribellione deve essere sostenuta da un qualche minimo contenuto sostanziale minacciato dal potere oppressivo? K inscena un incidente per far scomparire Deckard, salvandolo da stato e capitale (Wallace), ma anche dai replicanti ribelli (guidati da una donna, Freysa, nome che evoca la libertà: freedom in inglese, Freheit in tedesco) per cui lui è una minaccia perché sa troppo. tutti, anche se per motivi diversi, vogliono Deckard morto. La decisione di K dà alla storia una piega umanistica conservatrice: cerca di escludere la famiglia dal conflitto sociale, presentando i due campi contrapposti come ugualmente brutali. Questo non volersi schierare tradisce la falsità del ilm. È tutto troppo umanistico: tutto ruota intorno agli umani e a quelli che vogliono essere umani o a coloro che non sanno di non essere umani (una conseguenza della biogenetica non è forse che noi umani di fatto siamo umani che non sanno di non esserlo, vale a dire macchine neuronali dotate di autocoscienza?). L’implicito messaggio umanistico del ilm è quello della tolleranza liberale: dovremmo dare diritti umani agli androidi con sentimenti umani, trattarli come esseri umani, inglobarli nel nostro universo. Ma con il loro arrivo, il nostro universo sarà ancora nostro, rimarrà lo stesso universo umano? Quello che manca è una qualunque valutazione del cambiamento che l’arrivo degli androidi dotati di consapevolezza comporterà per lo status degli umani: noi umani non saremo più umani nella solita accezione, emergerà qualcosa di nuovo, difficile da definire. E poi c’è la distinzione tra androidi con corpo e androidi olografici. Fino a che punto arriva il riconoscimento della loro parità? Anche i replicanti olografici dotati di emozioni e consapevolezza, come Joi, vanno riconosciuti come entità che agiscono da essere umani? Dovremmo tenere presente che Joi, ontologicamente una semplice replicante olografica senza un vero corpo, commette nel ilm l’atto radicale di sacrificarsi per K, un atto per cui non era stata programmata. Come il caffè senza latte Evitando di affrontare tali questioni, rimane solo l’opzione di un nostalgico sentimento di minaccia (la minacciata sfera “privata” della riproduzione sessuale), e questa falsità è iscritta nella stessa forma (visuale e narrativa) del film, in cui il represso del suo contenuto ritorna: non nel senso che la forma è più progressista, ma nel senso che la forma serve a offuscare il potenziale anticapitalista progressista della storia. Il ritmo lento e le immagini estetizzanti esprimono la posizione sociale di non schierarsi, di una deriva passiva. Quando si discute la questione “gli androidi vanno trattati come umani?”, di solito ci si concentra sulla consapevolezza o la coscienza: gli androidi hanno una vita interiore? I loro ricordi, anche se fabbricati, possono ugualmente essere sentiti come autentici. Forse però dovremmo spostare l’attenzione dalla coscienza e dalla consapevolezza all’inconscio: hanno un inconscio nella precisa accezione freudiana? L’inconscio non è una dimensione irrazionale più profonda, ma quello che Lacan avrebbe definito “un’altra scena” virtuale che accompagna il contenuto conscio del soggetto. Facciamo un esempio forse inaspettato. Ricordate la famosa battuta di Ninotchka di Lubitsch: “Cameriere! un caffè senza panna, per favore”. “Mi spiace, signore, non abbiamo panna, solo latte, potrebbe essere un caffè senza latte?”. A livello fattuale, il caffè rimane lo stesso caffè, quello che possiamo fare è trasformare un caffè senza panna in un caffè senza latte. o, ancora più semplicemente, aggiungere la negazione implicita e rendere il caffè semplice un caffè senza latte. La differenza tra “caffè semplice” e “caffè senza latte” è puramente virtuale, non c’è differenza nel caffè, e lo stesso è vero per l’inconscio freudiano: anche il suo status è puramente virtuale, non è una realtà psichica “più profonda”. In breve l’inconscio è come il “latte” nel “caffè senza latte”. Ed è qui il tranello: anche il grande Altro digitale che ci conosce meglio di quanto ci conosciamo noi può distinguere la differenza tra “caffè semplice” e “caffè senza latte”? oppure la sfera controfattuale è fuori della portata del grande Altro digitale, costretto a far riferimento ai fatti del nostro cervello e alle circostanze sociali di cui non siamo consapevoli? La differenza che stiamo affrontando è quella tra fatti “inconsci” (neuronali, sociali) che ci determinano e “l’inconscio” freudiano, il cui status è puramente controfattuale. Questa sfera del controfattuale può entrare in azione solo se c’è una soggettività: per registrare la differenza tra “caffè semplice” e “caffè senza latte” deve entrare in azione un soggetto. E, tornando a Blade Runner 2049, i replicanti sanno registrare questa differenza?