Il Sole 25.11.17
L’analista. Giulio Pugliese
Una controversia difficile: «Xi e Abe sono nazionalisti»
di S.Car.
«La
disputa sulle isole Senkaku/Diaoyu è sintomo per eccellenza della
turbolenta transizione di potere in Asia Orientale. Una Cina in forte
ascesa – politica, economica e militare - persegue ora una politica
estera assertiva. Il Giappone, scalzato dalla Cina come potenza
egemonica regionale, si ritrova nella necessità di rivoluzionare la
propria politica di sicurezza per meglio fronteggiare una Cina più
aggressiva e un alleato recalcitrante all’intervento in un conflitto
armato per delle isole di scarso valore strategico ed economico. Ciò
detto, una redifinizione definitiva dei rapporti di potere in
Asia-Pacifico potrebbe chetare le acque in futuro». Giulio Pugliese,
ricercatore presso il dipartimento di War Studies al King’s College
London, ha da poco scritto - con Aurelio Insisa dell’università di Hong
Kong - il saggio “Sino-Japanese Power Politics: Might, Money and Minds”
(Palgrave Macmillan), che illustra origine e pericolosità del problema
delle isole contese. «La Cina – spiega – ha lamentato la
nazionalizzazione del 2012, stigmatizzando il Giappone come potenza
revisionista. La nazionalizzazione ha di fatto contribuito a legittimare
l’invio cinese di navi, droni e pescherecci nei mari adiacenti. Il
Giappone ha sbagliato a nazionalizzare gli isolotti durante il 18esimo
congresso del Partito comunista cinese e il passaggio del testimone a
una nuova leadership. In virtù delle montanti sfide interne e delle
guerre tra fazioni del Pcc, l’amministrazione Xi ha cavalcato la tigre
del nazionalismo anti-giapponese per legittimare le credenziali del
leader supremo. L’ascesa di Shinzo Abe e il passaggio di un pacchetto di
riforme sulla sicurezza ha rinforzato queste dinamiche». Al netto della
figura controversa di Abe, il Giappone «si è comportato in maniera
esemplare: Tokyo ha evitato di costruire strutture militari o civili
sulle isole contese e ha evitato visite di alcun tipo sulle stesse.
Basti confrontare l’approccio giapponese a quello coreano, russo e
cinese su simili territori e ricordare che Tokyo si è detta pronta
all’arbitrato internazionale, rifiutato di Pechino».
Dopo il
rafforzamento politico di Xi e Abe, è probabile che la situazione non
sfuggirà di mano, ma le tensioni resteranno: «Sia Xi che Abe hanno dato
prova di essere dei nazionalisti convinti. Xi desidera reclamare la
centralità politico-economico della Cina in ambito internazionale, Abe
aspira a normalizzare il Giappone, anche militarmente, come conviene a
una grande potenza. Poiché tali obiettivi sono anatema per la
controparte e poiché i rapporti di potere sono ancora in fase di
definizione, le relazioni sino-giapponesi continueranno a registrare
turbolenze nel breve-medio periodo, anche a fronte di incontri al
vertice».