il manifesto 8.11.17
«L’Intellettuale ieri e oggi», dialoghi con Norberto Bobbio
Un volume a più voci per interrogare il pensiero e la lezione del filosofo torinese
di Alessandro Santagata
Come
scrive Pietro Polito, direttore del Centro studi Piero Gobetti di
Torino, «il panorama della cultura contemporanea è largamente popolato
di chierici apolitici e di chierici politicizzati, mentre difetta di
chierici mediatori». Sono categorie immesse nel dibattito pubblico da
Norberto Bobbio e ora al centro della riflessione in L’Intellettuale
ieri e oggi. Generazioni in dialogo con Norberto Bobbio (a cura di
Pietro Polito, Ananke Lab, euro 16), un agile volume che raccoglie sette
contributi a firma di giovani ricercatori coinvolti in diversi ambiti
di lavoro e ricerca. Punto di partenza e di confronto è l’ormai celebre
Politica e cultura (1955), in cui il filosofo torinese delineava la sua
idea del ruolo civile dell’intellettuale.
LA RACCOLTA vuole essere
un contributo utile tanto allo studio dell’itinerario storico di
Bobbio, quanto, e soprattutto, per ragionare sulla condizione attuale
del «mestiere» dell’intellettuale. Su questo punto si concentra Jacopo
Rosatelli, firma nota alle pagine di questo giornale e da sempre attento
alle involuzioni della funzione pubblica degli studi. La sua tesi è che
la scena attuale sia occupata da una nuova figura di intellettuale
interamente impegnato nella promozione di se stesso. Ciò sarebbe in
parte il risultato del depauperamento e dello svuotamento di significato
dei luoghi della cultura (scuola e università, in primo luogo), e in
parte dell’iper-mediatizzazione e della spettacolarizzazione degli
«intellettuali». Scrive Rosatelli: «l’intellettuale di se stesso è
soprattutto l’intellettuale (o aspirante tale) delle generazioni del
precariato, quella cresciuta dentro una sorta di bolla della formazione.
Un soggetto la cui vita è interamente messa a lavoro nella permanente
promozione di sé finalizzata all’acquisizione non già di un’influenza
nella società, ma alla riproduzione delle condizioni materiali della
propria esistenza».
ROSATELLI chiama in causa le molteplici forme
di lavoro gratuito nel sistema dell’«economia della promessa» e denuncia
un dibattito pubblico che è in realtà un insieme di soliloqui di attori
che non hanno tempo (voglia) di leggersi e di approfondire: insomma
l’esatto contrario della lezione di Bobbio sull’intellettuale che
«semina dubbi».
Marco Albertaro e Giuseppe Sciara approfondiscono
il pensiero liberaldemocratico del filosofo torinese in relazione ai
rapporti con la cultura comunista e con l’insegnamento di Croce.
Tornando all’attualità, Lorenzo Vai propone una riflessione interessante
sul tema della libertà degli Stati e sul problema della democrazia
reale (in termini bobbiani) dell’UE. In appendice il libro riporta
l’ultimo contributo di Bobbio sull’argomento intellettuali riportato nel
fascicolo della Rivista di Filosofia del 1997.
IL FILOSOFO vi
ricapitola la storia che ha vissuto da protagonista fino all’avvento
della cosiddetta «Seconda Repubblica» e lancia un appello contro il
fanatismo intellettuale che risulta ancora condivisibile, in questo
tempo di scontri tanto violenti nel linguaggio quanto strumentali e
spesso privi di sostanza.