martedì 7 novembre 2017

il manifesto 7.11.17
Sulle orme di un maestro
Abbatti i Bianchi col cuneo Rosso» e «Per la voce».
Da qui siamo partiti, un manifesto e una raccolta di poesie di Majakovskij. Il manifesto è facile che lo abbiate visto tutti, rappresenta un triangolo rosso che entra in un cerchio bianco disposto su di un rettangolo nero in posizione obliqua. I rossi sono l’Armata rossa e i bianchi rappresentano i controrivoluzionari.
Le poesie invece sono un manuale di tipografia. L’artista descrisse così il suo lavoro: «Le mie pagine stanno alle poesie in un rapporto analogo a quello del pianoforte che accompagna il violino. Come per il poeta dal pensiero e dal suono si forma l’immagine unitaria, la poesia, così io ho voluto creare un’unità equivalente con la poesia e gli elementi tipografici».
Di chi stiamo parlando? Di El Lisickij, artista, tipografo, fotografo, pittore, architetto, grafico e soprattutto rivoluzionario.
Per la ricorrenza dei cento anni della Rivoluzione russa abbiamo deciso che questa volta non serviva disegnare un progetto grafico classico. Volevamo cercare di interpretare lo spirito di quegli anni. Abbiamo studiato, osservato, mangiato e digerito l’opera di Lisickij fino a farla diventare nostra, come dei falsari di opere d’arte.
Quando ci siamo sentiti pronti, abbiamo disegnato le pagine che vedete. Nessuna di queste composizioni è opera dell’autore, abbiamo usato i suoi stilemi, le sue forme, i suoi colori, tenendo sempre presente che erano passati cento anni e quindi andava fatta una sorta di rielaborazione e non una banale ricostruzione delle pagine da cui eravamo ispirati.
Un progetto forte, probabilmente e volutamente azzardato, senza mezzi termini, così come erano gli artisti che nella Russia rivoluzionaria operavano. Abbiamo recuperato i caratteri che l’autore usava all’epoca miscelandoli con «font» più nuove adatte alla lettura, studiato le inclinazioni che dava ai suoi triangoli, rettangoli e quadrati, esaminato e riprodotto il rosso dei due stampati da cui eravamo partiti.
Da traduttori, quali siamo stati, ci sentiamo onorati di aver potuto affrontare e lavorare con un genio che riteniamo tuttora un maestro della Rivoluzione.
Andrés Ladrillo e Costanza Fraia