il manifesto 7.11.17
Paradise Papers, Sanders e Corbyn all’attacco della «classe miliardaria»
di Roberto Ciccarelli
«Plaudo
ai giornalisti che hanno scoperto questa truffa fiscale – afferma il
senatore americano Bernie Sanders – Prima che il Congresso consideri la
legislazione fiscale, deve indagare pienamente sui documenti «Paradise
Papers» per assicurarsi che la classe miliardaria non possa più
depositare i suoi contanti nelle Isole Cayman, Bermuda e in altri
paradisi fiscali offshore».
«DOBBIAMO chiedere un sistema fiscale
equo e progressista – continua l’ex sfidante socialista di Hillary
Clinton alle primarie per la Casa Bianca – invece di concedere ulteriori
agevolazioni fiscali a società redditizie come Apple e Nike e ai
miliardari del gabinetto di Trump, che evitano miliardi di tasse
americane trasferendo posti di lavoro e profitti americani verso
paradisi fiscali offshore». Dopo il racconto dei dettagli sugli
interessi in un’azienda che fa affari con una società russa controllata
da membri della cerchia interna di Vladimir Putin, il segretario al
commercio di Donald Trump, Wilbur Ross ha negato ogni responsabilità e
sostenuto che i documenti non rivelavano nulla di improprio.
NEL
REGNO UNITO sono roventi le polemiche dopo la pubblicazione della lista
nera. Il leader dei laburisti britannici, Jeremy Corbyn, ha
indirettamente invitato la regina Elisabetta a scusarsi per i fondi
investiti nei paradisi fiscali caraibici. «Chiunque porti denaro nei
paradisi fiscali per eludere le imposte dovrebbe fare due cose: non solo
chiedere scusa, ma anche riconoscere ciò che sta facendo alla società»
ha detto. «Se una persona molto ricca vuole eludere le imposte nel Regno
Unito e mettere il denaro in un paradiso fiscale ci rimettono i nostri
ospedali, le scuole e tutti i servizi pubblici». Una dichiarazione che
un portavoce del Labour si è affrettato a minimizzare, spiegando che
Corbyn «non ha chiesto alla regina di scusarsi» ed il suo era un
discorso rivolto a «chiunque».
UNA REAZIONE DURA è arrivata anche
da Bruxelles: il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre
Moscovici, ha parlato di «rivelazioni sconvolgenti» e ha chiesto
l’adozione di nuove misure per contrastare il fenomeno. «Questo nuovo
scandalo dimostra ancora una volta come alcune aziende e ricchi
individui siano pronti a fare di tutto per non pagare le tasse» ha
commentato.
MOSCOVICI ha fatto appello agli Stati membri ad adottare una lista nera europea dei paradisi fiscali e altre misure dissuasive.