il manifesto 3.11.17
Balfour. Netanyahu e May festeggiano, Abu Mazen condanna
Israele/Palestina.
A Londra si sono svolte le celebrazioni per la Dichiarazione che cento
anni fa promise un "focolare nazionale ebraico" in Palestina. Dura la
protesta del presidente palestinese. Manifestazioni e scontri in
Cisgiordania
di Michele Giorgio
GERUSALEMME La
premier inglese Theresa May e il primo ministro israeliano Benyamin
Netanyahu ieri a Londra hanno celebrato prima a Downing Street e poi con
una cena il centenario della Dichiarazione Balfour che promise un
“focolare nazionale ebraico” in Palestina. Forte la soddisfazione di
Netanyahu. «Mentre lo Stato di Israele non sarebbe sorto senza accordo,
sacrificio e volontà di combattere per esso, l’impulso internazionale è
stato rappresentato senza dubbio dalla Dichiarazione Balfour», ha fatto
sapere attraverso il suo ufficio. Il premier israeliano ha quindi
accusato i palestinesi di non puntare alla pace e di non voler ancora
riconoscere l’esistenza di Israele. Da parte sua May ha parlato della
Dichiarazione Balfour come di «uno dei documenti più importanti della
storia». La Gran Bretagna, ha aggiunto, deve essere «fiera del suo ruolo
da pioniera nella creazione dello Stato d’Israele». Alle celebrazioni
non ha preso parte il leader laburista Jeremy Corbyn che si è fatto
sostituire da un membro del suo governo-ombra.
La premier
britannica ha concesso ai palestinesi soltanto un richiamo alla
necessità di rilanciare i negoziati di pace con Israele e una blanda
critica alla colonizzazione ebraica della Cisgiordania. Da Ramallah è
giunta la replica di Abu Mazen. Il governo britannico deve «scusarsi
pubblicamente» con il popolo palestinese e risarcirlo «politicamente,
materialmente e moralmente, riconoscendo lo Stato della Palestina». Il
presidente palestinese ha ricordato che la nascita dello Stato d’Israele
nel 1948 provocò circa 750mila profughi palestinesi e «milioni di loro
discendenti» sono costretti a vivere ancora come rifugiati.
Migliaia
di palestinesi ieri hanno manifestato contro le celebrazioni a Londra. A
Betlemme le forze di occupazione israeliane hanno sparato candelotti
lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i dimostranti che poco
prima avevano bruciato una copia della Dichiarazione e lanciato scarpe
contro un manichino somigliante ad Arthur Balfour. Nelle scuole sono
risuonate le sirene per rimarcare la giornata di “lutto” e migliaia di
lettere di protesta, scritte dagli studenti palestinesi, sono state
inviate alle sedi diplomatiche e alle rappresentanze britanniche in
Israele e in Cisgiordania.