il manifesto 30.11.17
Pensioni, la Cgil scalda i motori per sabato. E la Flai sciopera
Previdenza
pubblica. A due giorni dalle cinque iniziative di piazza (Torino, Roma,
Bari, Cagliari e Palermo), si conferma la distanza con Cisl e Uil.
Mentre Mdp, Si e Possibile assicurano che sarà fatto “tutto il
possibile”, sul fronte degli emendamenti, in vista dell'arrivo della
legge di bilancio a Montecitorio
di Riccardo Chiari
ROMA
A due giorni dalle iniziative di piazza della Cgil sulle pensioni, si
conferma la distanza con Cisl e Uil. Mentre da parte di Mdp, Si e
Possibile si assicura che sarà fatto “tutto il possibile”, sul fronte
degli emendamenti, in vista dell’arrivo della legge di bilancio a
Montecitorio. Sul punto, le richieste presentate ai parlamentari da
Roberto Ghiselli della Cgil riguardano “l’adesione dei giovani alle
pensioni contributive di garanzia, e il meccanismo dei 7 anni negli
ultimi 10 per essere considerati lavoratori gravosi ai fini del blocco
dell’età pensionabile, in particolare per i lavoratori agricoli”.
Proprio
dal settore agroalimentare arriva la notizia che La Flai Cgil ha
proclamato per sabato otto ore di sciopero. “Questo – spiega la
segretaria generale Ivana Galli- è a supporto della mobilitazione, e per
consentire a tutti di partecipare alle manifestazioni di Torino, Roma,
Bari, Cagliari e Palermo”. Nel merito poi Galli è chiara: “I lavoratori
dell’agroalimentare sono tra i più colpiti dalla iniquità della legge
Fornero e dall’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di
vita. Sono tantissimi i lavoratori stagionali, discontinui, precari che
avranno difficoltà nel maturare i requisiti, per loro non ci sono
risposte adeguate dal governo. Chiediamo di ottenere il riconoscimento
dei lavori gravosi per i lavoratori agricoli, della pesca e del settore
delle carni”.
A Radio Radicale è intervenuta Susanna Camusso: “Il
governo aveva preso impegni che non ha rispettato. E si continua a
procedere a dispetto del fatto che il sistema non regge socialmente”. La
segreteria Cgil poi ha sottolineato: “Ci mobilitiamo anche per dare il
segno che la vertenza resta una priorità. Perché ai giovani si dice: non
avrete una pensione, la avrete a 80 anni e sarà bassissima, e così si
loda il sistema integrativo: ma non possiamo pensare di privatizzare il
sistema. Se non si mantiene un sistema pubblico, e lo si rende
compatibile dal punto di vista sociale, è un problema”.
Di diverso
avviso Anna Maria Furlan della Cisl: “Il lavoro sulle pensioni
continua, abbiamo raggiunto una tappa importante. Posso dire che abbiamo
smontato alcune iniquità della legge Fornero”. Nel dettaglio: “Abbiamo
il blocco dello scatto dell’aspettativa di vita per 15 categorie, e un
tavolo istituzionale per verificare lavoro per lavoro la reale
aspettativa di vita, immaginando quindi un possibile allargamento. Ci
sono poi le questioni di come calcoliamo le future pensioni per i
giovani, che però oggi più che di previdenza hanno bisogno di lavoro”.
Da
parte sua, Carmelo Barbagallo della Uil osserva: “Quello che abbiamo
ottenuto ancora non basta, ma è un punto di inizio per far ripartire la
nostra iniziativa sulla previdenza, oltreché sul lavoro e sui
contratti”. Infine una frecciata a Massimo D’Alema: “Quando la Camera
approvò la Fornero, lui fu tra i tantissimi a dare voto favorevole. Oggi
che siamo riusciti a far breccia in quella legge granitica, D’Alema ci
accusa di esserci accontentati di un ‘piatto di lenticchie’. Sta di
fatto che, grazie a noi, una pietanza commestibile adesso c’è;
all’epoca, invece, ruppero persino i piatti”.