il manifesto 26.11.17
Fine vita, i dem contano i voti al senato. Avanza l’ipotesi fiducia
Testamento biologico. La maggioranza è assicurata ma il problema è Ap. Lupi: «La legge apre all’eutanasia»
di Eleonora Martini
Matteo
Renzi ha avviato la computa, al Senato, per verificare su quanti voti
può contare la legge sul testamento biologico che ha deciso di incassare
entro la fine della legislatura, sacrificando invece quella sullo ius
soli, ben meno adatta alla campagna elettorale che è più congeniale al
segretario del Pd. Alla peggio, sarebbe disposto a ricorrere pure al
voto di fiducia, anche se la questione che più importa, allo stato
dell’arte, è quella della tenuta delle alleanze.
Lo aveva
precisato martedì sera, lanciando un appello dal treno «Destinazione
Italia» dopo aver incontrato nei pressi di Arezzo una scrittrice, Paola
Nepi, malata di Sla, che lo ha esortato ad ascoltare le parole del Papa
sul fine vita: «Io credo – ha detto Renzi – che sul fine vita ci siano i
numeri in Parlamento e che la maggioranza del mondo cattolico sia
d’accordo. Una legge del genere nelle ultime battute della legislatura –
ha aggiunto – passa se si batte l’ostruzionismo. L’impressione,
dall’esterno, è che l’ostruzionismo lo si batta solo apponendo la
fiducia, che però pone dei problemi critici, sia da parte di chi ne
contesta l’eccesso di ricorso, sia da parte di chi ne contesta
l’apposizione su temi etici. Io l’ho apposta sulle unioni civili, quindi
astrattamente sono favorevole. Poi bisogna trovare i numeri in
Parlamento». Poche ore dopo, aprendo la kermesse della Leopolda, lo ha
ripetuto: «La battaglia sui diritti la facciamo felici e a viso aperto.
Non trasformiamo i diritti in scontro tra partiti o in presupposto di
coalizione tra partiti – ha poi puntualizzato mettendo il dito nella
piaga – Il Fine vita è doveroso e faremo di tutto per approvarlo».
Così
ieri, sono arrivate le prime dichiarazioni di voto. «C’è la piena
disponibilità a votare la nostra legge, altrimenti saremmo dei pazzi»,
ha risposto Luigi Di Maio, rimarcando la paternità dell’innocuo testo
che attende di essere calendarizzato in Aula al Senato con un dispendio
di tempo tutto sommato contenuto, una volta superato, con le dimissioni
della relatrice Di Biase, lo scoglio della valanga di emendamenti
ostruzionistici presentati in commissione. «Spero – ha aggiunto il
candidato premier M5S – che si possa fare presto».
Dunque la
maggioranza c’è. Il problema invece, sta proprio nei vincoli di
coalizione. E Ap non ci sta: «Sulle dichiarazioni anticipate, caro
Renzi, noi ci siamo – è la replica del sottosegretario all’istruzione
Gabriele Toccafondi – Ma leggiti la legge e ti renderai conto che due
punti sono più vicini all’eutanasia che all’attenzione alla persona».
Concetto ribadito da Maurizio Lupi che rispolvera il vecchio argomento,
superato perfino da Papa Francesco, della nutrizione e idratazione
artificiali che non sarebbero trattamenti sanitari e dunque non
rifiutabili. «Non accetteremo la fiducia», aveva già avvisato il
coordinatore nazionale di Ap che ripete: «Noi non ci stiamo».