il manifesto 15.11.17
Vergogna Italia, l’accordo sui migranti con la Libia «è disumano»
L'Onu
accusa l'Europa. L’Alto commissario delle Nazioni Unite attacca la
politica Ue e il piano Minniti: «La sofferenza nei campi di detenzione è
un oltraggio alla coscienza dell’umanità»
di Adriana Pollice
La
collaborazione tra Ue e Libia per fermare il flusso di migranti è
«disumana». Così l’ha bollata ieri in una nota l’Alto commissario Onu
per i diritti umani, il principe giordano Zeid Raad al-Hussein, che ha
poi aggiunto: «La politica dell’Unione europea di sostegno alla Guardia
costiera libica perché intercetti i migranti e li consegni alle
terrificanti prigioni in Libia è un oltraggio alla coscienza
dell’umanità. Il sistema di detenzione per migranti è irrecuperabile:
una situazione già disperata è diventata catastrofica». L’accusa si fa
più esplicita quando Zeid Raad al-Hussein spiega: «La comunità
internazionale non può pretendere di risolvere migliorando le condizioni
di reclusione. I prigionieri non hanno alcuna possibilità di contestare
la legalità della loro detenzione e non hanno accesso a un aiuto
legale». L’Alto commissario ha chiesto la depenalizzazione
dell’immigrazione irregolare perché «solo le alternative alla detenzione
possono salvare le vite dei migranti».
SECONDO IL DIPARTIMENTO
libico per il contrasto all’«immigrazione illegale» (che dipende dal
ministero dell’Interno libico), 19.900 persone sono trattenute in
strutture sotto il suo controllo, contro le 7mila di metà settembre.
«L’Ue non ha prodotto nulla per ridurre gli abusi subiti dai migranti»
ha proseguito l’Alto commissario. Una donna sub-sahariana ha raccontato
allo staff Onu, che a novembre ha visitato quattro strutture: «Sono
stata portata via dal centro di detenzione e stuprata in una casa da tre
uomini, compresa una guardia del centro». Donne, uomini e bambini
raccontano: «Ci picchiano solo perché chiediamo cibo o cure mediche o
informazioni». Un uomo rinchiuso nel centro di Tarik al-Matar, dove in
2mila vivono ammassati in un hangar senza bagni funzionanti, ha
spiegato: «Non dormiamo, abbiamo malattie, ci manca il cibo, non ci
laviamo per mesi. Moriremo tutti, è troppo difficile sopravvivere
all’odore di feci e urine».
Stupri e violenze accompagnano i
migranti fin dall’inizio del loro viaggio, ricorda l’Onu: «Sono già
stati esposti a rapimenti, torture, lavori forzati, sfruttamento, gravi
violenze fisiche, fame e altre atrocità nel corso dei loro viaggio
attraverso la Libia nelle mani dei trafficanti». Una donna della Costa
d’Avorio ha raccontato: «Durante il viaggio uomini armati hanno scelto
sei donne, quando mi sono rifiutata sono stata schiaffeggiata e mi hanno
puntato una pistola alla testa. Quattro uomini mi hanno stuprata. Ero
all’inizio di una gravidanza, ho sanguinato molto, penso di aver perso
il bambino».
UE E ITALIA, ricorda l’Onu, stanno fornendo
assistenza alla Guardia costiera libica per intercettare le
imbarcazioni, anche in acque internazionali, «nonostante i timori che
questo condanni più migranti a una detenzione arbitraria, illimitata,
atroce. Non possiamo essere testimoni silenziosi di questa schiavitù –
ha concluso l’Alto commissario – in nome della prevenzione dell’arrivo
sulle coste europee di gente disperata e traumatizzata». L’Onu chiede
poi alle autorità libiche di porre fine alle violazioni dei diritti
umani.
Dall’Ue ieri si è cercato di ridimensionare la portata
delle accuse: «L’Unione europea lavora in Libia in cooperazione con
l’Onu, la priorità è salvare vite e combattere i trafficanti – spiega
una portavoce – per creare canali legali verso l’Europa per chi
necessita protezione internazionale. La Ue finanzia Oim, Unhcr e Unicef
per migliorare le condizioni in Libia. I campi di detenzione devono
essere chiusi, la Ue chiede che i migranti vengano portati in centri di
accoglienza con standard umanitari internazionali. Solleviamo
regolarmente questo argomento con le controparti libiche». Nessuna
marcia indietro neppure sulla marina libica: «Abbiamo addestrato 142
membri della Guardia Costiera. Fa parte dell’Operazione Sophia». Proprio
ieri la Guardia costiera libica è tornata ad attaccare le Ong chiedendo
più fondi all’Ue. Si è fatto sentire anche il presidente del parlamento
europeo, il forzista Antonio Tajani: «Oggi sarà presa la decisione
ufficiale, una delegazione del Parlamento europeo si recherà in Libia
per verificare la situazione. L’azione contro l’immigrazione illegale
non può essere confusa con la violazione dei diritti umani».